Nella mattinata di oggi, martedì 29 settembre, operazione delle Fiamme Gialle sul caso “Banca Popolare di Bari“.
In Puglia, a Bari, i militari del locale Nucleo di Polizia Economico Finanziaria hanno eseguito un’ordinanza applicativa di 8 misure cautelari personali emessa, su richiesta della locale Procura della Repubblica, dal Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale, nei confronti di imprenditori, professionisti ed ex vertici della banca pugliese, indagati, a vario titolo, per bancarotta concordataria e fallimentare aggravata, riciclaggio e autoriciclaggio.
Per i reati, commessi dal 2016 al 2019 hanno visto destinatari della misura degli arresti domiciliari G.F., figlio di V.F., imprenditore del posto, attivo nel settore delle costruzioni immobiliari, nonchè già amministratore delle fallite “FIMCO S.p.A.” e “MAIORA GROUP S.p.A.”, G.J., già condirettore generale della “Banca Popolare di Bari”, N.L., già responsabile della “Funzione Crediti” delll’istituto bancario, S.L., imprenditore dominus dell’omonimo gruppo immobiliare fiorentino, G.S., rappresentante legale del Fondo di investimento estero “Kant Capital”, con sede all’estero, in Gibilterra, nel Regno Unito, V.E.G., commercialista e legale rappresentante protempore della società “Il Melograno Eventi S.r.l.”, riconducibile a G.F.
È stata, invece, disposta la misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale, per 12 mesi, nei confronti di V.F. e di M.J., già Presidente del C.d.A.dell’istituto di credito pugliese.
L’ordinanza cautelare costituisce l’epilogo di articolate e complesse indagini avviate a seguito della richiesta di ammissione al concordato preventivo del 25.9.2019 anzata da “FIMCO S.p.A.” e “MAIORA GROUP S.p.A.”, società dichiarate fallite dal Tribunale di Bari.
Nello specifico, sono state contestate agli indagati plurime operazioni societarie “straordinarie” post insolvenza e in essere in epoca antecedente e prossima al verificarsi dello stato di al fine di pregio “distrarre” o “dissipare” beni immobili e compendi aziendali di rilevante facenti parte del patrimonio delle imprese “FIMCO S.p.A.” e “MAIORA GROUP S.p.A.”, il cui valore economico è stato stimato in 93 milioni di euro.
Tali condotte sono state poste in essere con il coinvolgimento di compiacenti imprenditori e professionisti e con il determinante concorso degli ex vertici della Banca, commissariata, nelle persone di M.J., G.J.e di N.L.
Infatti, come informato in un comunicato stampa inviato in redazione dalla Procura della Repubblica di Bari, nel tempo, i presunti colpevoli, hanno reiterato la concessione di linee di credito, finanziamenti e sconfinamenti di conto corrente a favore delle società facenti parte dal gruppo “FIMCO/MAIORA”, pur nella consapevolezza del loro stato di dissesto finanziario e della loro incapacità di adempiere alle obbligazioni assunte e agevolato ed incentivato la distrazione di importanti asset dal patrimonio del gruppo “FIMCO/MAIORA” verso società terze, concedendo a quest’ultime i finanziamenti necessari al perfezionamento delle relative compravendite.
A due degli indagati, G.F. e V.E.G., sono stati anche contestati i reati di autoriciclaggio e, per il solo G.F., anche il reato di riciclaggio, essendo state accertate, in almeno due circostanze, condotte poste in essere sui beni distratti dalla massa fallimentare finalizzate ad impedirne l’individuazione della provenienza delittuosa.
I beni, per lo più compendi aziendali, dopo essere stati sottratti al patrimonio delle fallite, sono stati trasferiti a soggetti giuridici appositamente costituiti dagli stessi indagati, al fine di preservarli da possibili aggressioni dei creditori ovvero in favore di società terze, allo scopo di monetizzarne il relativo valore.
L’analisi condotta dagli investigatori sulla documentazione acquisita, presso le sedi delle imprese coinvolte in tali operazioni, nonchè le attività tecniche di captazione di comunicazioni telefoniche e di analisi forense sui computer e server aziendali, ha condotto all’individuazione delle seguenti operazioni societarie aventi finalità distrattive o dissipative: Operazione “KANT”, posta in essere dalla MAIORA GROUP S.p.A., al fine di occultare il proprio stato di insolvenza mediante il simulato conferimento delle quote del capitale sociale delle controllate “LOGISTICA SUD S.r.l.”, fallita in data 11/11/2019, e “AMBASCIATORI IMMOBILIARE S.r.l.”, per la quale pende istanza di fallimento) – entrambe fortemente indebitate verso la “BPB”, nel fondo di investimento estero “KANT CAPITAL FUND STRATEGIC BUSINESS PCC LIMITED”, con sede anche in Gibilterra, di fatto riconducibile all’indagato G.E.S., a fronte della ricezione di quote dello stesso fondo del valore nominale di 20 milioni di euro. In tale contesto, “MAIORA GROUP S.p.A.” ha anche dismesso alcuni immobili di rilevante valore, quali l’ex “Hotel Ambasciatori” di Bari ed il “Polo Logistico” di Rutigliano, ceduti a società terze per 22 milioni di euro il primo e, per 4.7 milioni di euro, il secondo; Operazione “ROMA TREVI”, avente ad oggetto la dismissione, da parte della “FIMCO S.p.A.”, del “Palazzo Trevi”, prestigioso palazzo storico situato a Roma, in favore della “ROMA TREVI S.r.l.”, società controllata dalla “LEGGIERO REAL ESTATE S.p.A.”, facente parte del gruppo societario fiorentino dell’imprenditore S.L., al prezzo di 40 milioni di euro.
Inoltre, dalle attente indagini, è anche emerso che tale cessione era stata promossa dalla stessa “Banca Popolare di Bari”, nei cui confronti il gruppo FIMCO/MAIORA aveva un’esposizione debitoria di oltre 160 milioni di euro, che, in accordo con le parti, ha incassato parte del prezzo corrisposto dalla società venditrice al fine di ridurre il debito che la “FIMCO S.p.A.” aveva nei confronti della medesima banca.
Infine, per incentivare tale operazione, sembra che la “Banca Popolare di Bari” abbia finanziato la società acquirente, per un importo pari all’intero prezzo di cessione.
Le attività investigative hanno anche disvelato l’esistenza di un accordo occulto finalizzato a consentire a V.F. di ottenere un surplus del prezzo della cessione sotto forma di “partecipazione” al capitale sociale della “LEGGIERO REAL ESTATE S.p.A.”, del valore di 2 milioni di euro, acquisita dalla società “IL MELOGRANO EVENTI S.r.l.”, di proprietà del figlio G. ed amministrata da V.E.G., uomo di fiducia dei F.; Operazione “CNI-MCG”, avente ad oggetto la dismissione della partecipazione posseduta dalla “MAIORA GROUP S.p.A.” nella CNI S.p.A. (società attiva nel settore dei servizi alle imprese), in favore della “MCG INVESTIMENTI S.r.l.”, società di cui G.F., deteneva il 50% delle quote, al prezzo sottostimato di 4,5 milioni di euro e con una vantaggiosa dilazione trentennale del pagamento del prezzo senza interessi.
Nel corso del 2019, G.F. riciclava la propria quota del capitale sociale di “MCG INVESTIMENTI S.r.l.”, nel cui patrimonio era confluita “CNI S.p.A.”, oggetto delle descritte condotte distrattive, cedendola ad un soggetto terzo al prezzo di 1,2 milioni di euro; Operazione “SOIGET” , afferente alla dismissione dal patrimonio della “FIMCO S.p.A.” del capitale sociale della “SOIGET S.r.l,”, società titolare di prestigiosi alberghi quali “La Peschiera” e “Il Melograno”, nonchè affittuaria di un rilevante ramo d’azienda di “FIMCO S.p.A.”, concernente la gestione del complesso turistico “Cala Ponte” di Polignano a Mare, in provincia di Bari.
Tale distrazione è avvenuta mediante la cessione del 100% delle quote di “SOIGET S.r.l.” a G.F. ed il successivo conferimento di tale partecipazion e nella “SESTO ELEMENTO S.r.l.”, società sempre riconducibile a G.F., al prezzo sottostimato di 2 milioni di euro da corrispondersi, anche in questo caso, con una dilazione decennale e senza interessi. Il citato prezzo di vendita è stato determina to sulla base di una perizia redatta da V.E.G. riportante un valore inferiore al reale.
Il trasferimento delle quote della “SOIGET S.r.l.” alla “SESTO ELEMENTO S.r.l.” posto in essere al fine di ostacolare l’identificazione della in quanto provenienza delittuosa del cespite ceduto, profitto del reato di bancarotta fallimentare, ha integrato una tipica ipotesi di autoriciclaggio, avendo G.F. concorso nella condotta distrattiva.
Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari, in queste ore, le Fiamme Gialle baresi stanno effettuando perquisizioni presso abitazioni ed uffici, ubicati a Bari, Roma e Milano, nella disponibilità di alcuni indagati.
Ricordiamo che l’istituto di credito opera anche in Basilicata, con oltre 250 dipendenti e migliaia di correntisti ed azionisti sul nostro territorio e circa 70mila clienti in totale, ora in una situazione più tranquilla e normalizzata, grazie alle indagini degli ultimi mesi, come da llink qui pubblicati.
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Rocco Becce
Direttore Editoriale