Il terremoto dell’Irpinia, di magnitudo 6.9, che causò circa 3mila vittime, fu un terribile sisma che si verificò il 23 novembre del lontano 1980 e colpì la Campania centrale, oltre che la Basilicata centro-settentrionale, quest’ultima con 63 comuni gravemente danneggiati, 43 milioni stanziati nel post terremoto, ma solo 18 finanziati, sino ad ora.
Per ricordare quei 90 secondi di devastazione, che iniziarono alle ore 19.30 circa, e provocarono enormi danni, con circa 300mila sfollati, a 40 anni di distanza, da quello che è stato il terremoto più violento registrato in Italia, dopo la “Seconda Guerra Mondiale“, diverse sono state le iniziative per ricordarne la tragedia che, da tanto tempo è ancora nei pensieri di tutti gli italiani e delle nostre istituzioni.
Il triste evento, è stato ricordato anche a Potenza nella mattinata di oggi, lunedì 23 novembre 2020, nella sede del Consiglio regionale della Basilicata, durante la seduta straordinaria presieduta da Carmine Cicala.
Nel “Teatro Comunale Stabile“, in piazza Mario Pagano, invece, è stata attribuita la Cittadinanza Onoraria all’Esercito Italiano, deliberata, all’unanimità, nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale.
Tra i presenti, il sindaco della città, Mario Guarente, che ha consegnato una pergamena commemorativa al Generale di Corpo d’Armata Giuseppenicola Tota, Comandante delle Forze Operative Sud (COMFOPSUD), il Prefetto, Annunziato Vardè, il presidente del Consiglio comunale, Francesco Cannizzaro ed alcuni amministratori comunali, oltre ad alcune autorità civili e militari.
Il sindaco, dopo un videoincontro con lo stesso Generale Tota e con il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, il Generale di Corpo d’Armata Salvatore Farina, si è trasferito nella sede municipale di via Nazario Sauro, per l’intitolazione della Sala della “Protezione Civile Comunale” a Giuseppe Zamberletti.
Presenti erano l’assessore Fernando Picerno, il presidente e la segretaria del Consiglio comunale, rispettivamente Francesco Cannizzaro e Maddalena Fazzari, la Comandante della Polizia Locale, Anna Bellobuono, il responsabile della “Protezione Civile Comunale“, Giuseppe Brindisi ed alcuni ufficiali della Polizia Locale.
Nel pomeriggio, alle ore 16.30, si proseguirà con il live streaming “23 novembre 1980 – 23 novembre 2020 40 anni di esperienze“, sul sito internet www.comune.potenza.it del Comune di Potenza, con la partecipazione dei sindaci che hanno guidato l’amministrazione comunale di Potenza, dal 1980 ad oggi, ed altri ospiti.
In merito, anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato questa dichiarazione:
“Sono trascorsi quarant’anni dall’immane tragedia provocata dal terremoto che devastò l’Irpinia e la Basilicata, colpendo anche parte della Puglia. Quasi 3mila persone morirono sotto le macerie delle proprie case, o in conseguenza delle distruzioni di edifici. Tante vite non poterono essere salvate per le difficoltà e i ritardi nei soccorsi. Il numero dei senzatetto si contò in centinaia di migliaia tra sofferenze, disperazione, sacrifici, che si sono prolungati per anni nel percorso di ricostruzione. Nella ricorrenza del più catastrofico evento della storia repubblicana desidero anzitutto ricordare le vittime, e con esse il dolore inestinguibile dei familiari, ai quali esprimo i miei sentimenti di vicinanza. Anche il senso di comunità che consentì allora di reagire, di affrontare la drammatica emergenza, e quindi di riedificare borghi, paesi, centri abitati, e con essi le reti di comunicazione, le attività produttive, i servizi, le scuole, appartiene alla nostra memoria civile. Profonda è stata la ferita alle popolazioni e ai territori. Immensa la volontà e la forza per ripartire. La Repubblica venne scossa da quel terremoto che aveva colpito aree interne e in parte isolate del nostro Paese ma tutto il Paese seppe unirsi e, come è accaduto in altri momenti difficili, l’impegno comune divenne la leva più forte per superare gli ostacoli.
Le istituzioni democratiche trassero lezione dalle fragilità emerse: dopo quel 23 novembre 1980 nacque la Protezione civile italiana, divenuta nel tempo struttura preziosa in un Paese così esposto al rischio sismico e vanto per professionalità e capacità organizzative. Oggi, le città allora colpite, e paesi allora distrutti, hanno ripreso vita. L’opera di ricostruzione ha mobilitato energie, in un percorso non privo di problemi e contraddizioni, con insediamenti divenuti parte di una rete economica e sociale di rilevante importanza per il Mezzogiorno e l’intero Paese. Permangono irrisolte antiche questioni, come il deficit occupazionale e l’emigrazione, le insuperate sofferenze delle aree interne. Lo sviluppo sostenibile, sfida accentuata dalla attuale crisi sanitaria, quarant’anni dopo il sisma, richiama la necessità di un analogo impegno comune che sappia utilizzare in maniera adeguata risorse finanziarie e progettuali destinate alla ripartenza dopo la pandemia”.
Intanto nel capoluogo lucano, nel quartiere popolare di Bucaletto, alla periferia cittadina, ad oggi, questa è ancora la situazione, dopo tanti anni e diverse amministrazioni comunali e regionali che si sono succedute e, c’è poco da aggiungere.
Rocco Becce
Direttore Editoriale