POLITICA “Mi dicono che l’algoritmo classificherebbe la Basilicata ancora come zona arancione. Ma il nostro Rt è a 0,86, in forte calo rispetto alle settimane precedenti e comunque al di sotto della media nazionale. Non solo, ma abbiamo ulteriormente ampliato i posti per i ricoveri Covid, presso le strutture preposte e rafforzato il monitoraggio avviando uno screening massiccio con test rapidi, 20mila a Potenza ed altrettanti a Matera. Se le cose proseguiranno così, nei prossimi giorni è prevista anche la riapertura delle scuole. Mi chiedo, e mi unisco ai colleghi governatori che già hanno espresso perplessità in merito, perchè essere schiavi di un algoritmo che sembra non tenere conto dei progressi raggiunti, dei sacrifici dei cittadini e dello stato dei territori. I lucani anche in questa seconda ondata hanno risposto in maniera esemplare rispettando le regole, la regione e gli Enti locali hanno fatto la loro parte in maniera efficace. Meritiamo la zona gialla”. Questo è quanto dichiarato, nelle ultime ore, su un argomento ancora amolto delicato, dal presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi. I sindaci lucani del Piano Operativo Val d’Agri, Camastra, Melandro e Sauro, riunitisi nella giornata di ieri, giovedì 3 dicembre, in modalità videoconferenza, si sono confrontati in relazione all’emendamento presentato dal presidente del Consiglio Regionale della Basilicata, Carmine Cicala, sulla modifica alla legge 40 del ’95, inerente l’utilizzo delle risorse rinvenienti dalla coltivazione di idrocarburi. Dopo un’ampia discussione, si è evidenziato in maniera, più o meno, unanime la condivisione dell’emendamento che, se approvato in Consiglio regionale della Basilicata, va a confermare e ribadire quanto stabilito dalla legge nazionale. Ciò vuol dire che, le royalties, il 30% del 7% dell’ammontare complessivo percepito dalla Regione Basilicata, dovranno essere investite sui territori delle aree interessate o adiacenti alle estrazioni petrolifere, e che tali risorse potranno essere spese anche in servizi, politiche sociali ed altri interventi per la tutela ambientale.
I sindaci auspicano che tale provvedimento venga accolto, in Consiglio regionale, all’unanimità, andando finalmente a riconoscere ai territori delle estrazioni e a quelli adiacenti un ruolo importante e fondamentale nello scenario regionale e nazionale. Questi sono i Comuni facenti parte del Piano Operativo Val d’Agri: Brienza, Calvello, Corleto, Gallicchio, Grumento Nova, Guardia Perticara, Laurenza, Marsiconuovo, Marsicovetere, Missanello, Moliterno, Montemurro, Paterno, Sant’Arcangelo, San Chirico Raparo, San Martino D’Agri, Sarconi, Sasso di Castalda, Satriano, Spinoso, Tramutola, Viggiano, Armento, Roccanova, Aliano, Gorgoglione, Anzi, Castelsaraceno, Abriola, Brindisi di Montagna, Accettura, Castemezzano, Pietrapertosa, Stigliano e Cirigliano.
CRONACA Nella giornata di ieri, G.G., 40enne nato in Toscana, a Pisa, noto alle cronache per essere il compagno di V.F., la ragazza inizialmente creduta scomparsa ed in realtà collocata in una struttura protetta proprio perchè sottoposta ai suoi maltrattamenti, è stato arrestato dalla Polizia di Stato in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Livorno, all’esito di un’indagine condotta dalla Squadra Mobile livornese e coordinata dalla locale Procura della Repubblica. L’uomo è gravemente indiziato di aver sottoposto la donna a maltrattamenti e lesioni aggravate e continuate, da giugno ad ottobre 2020, allorquando, a seguito dell’ennesima aggressione, la giovane aveva riportato lesioni con prognosi di 25 giorni ed era stata messa in protezione. Nonostante la vittima, per paura, avesse dichiarato di aver subito un’aggressione da parte di ignoti, la Procura della Repubblica di Livorno aveva intuito potesse esserci una realtà diversa ed aveva incaricato la Polizia di Stato di andare a fondo alla vicenda. Le indagini della Squadra Mobile facevano emergere un quadro inquietante di violenze domestiche poste in essere dall’uomo, alla presenza costante della 49enne piombinese, sua ex e tutt’ora convivente con la coppia. Quest’ultima è ritenuta gravemente indiziata di aver aiutato G. ad eludere le indagini, rilasciando, anche pubblicamente, dichiarazioni nel corso delle quali affermava di poter escludere con certezza la sua responsabilità, per le ferite riportate dalla vittima. G.G. e P.D. si erano negli ultimi giorni allontanati da Livorno, rifugiandosi ad Ischitella, in provincia di Foggia, località del Gargano, dove sono stati localizzati, grazie alle attività tecniche attivate dalla Procura della Repubblica di Livorno e rintracciati dalla Squadra Mobile di Foggia, che ha sottoposto P.D. alla misura dell’obbligo di dimora nel comune di Livorno ed associato G.G. al carcere della Basilicata, a Melfi, in provincia di Potenza. Associazione per delinquere, finalizzata al favoreggiamento ed allo sfruttamento della prostituzione di donne orientali, di origine cinese. È questo il reato contestato a 4 persone tra la Basilicata, Puglia, Lombardia e Lazio. Nella mattinata di oggi, venerdì 4 dicembre, è stata data esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Matera, su richiesta della locale Procura della Repubblica, che ha autorizzato anche 4 perquisizione ed il sequestro preventivo di un’abitazione, utilizzata a casa d’appuntamenti, del valore di circa 150mila euro. Nell’operazione, denominata “Home Sweet Home” sono stati impegnati oltre 50 militari dell’Arma ed i provvedimenti sono stati eseguiti a Bernalda, in provincia di Matera, Altamura, in provincia di Bari, Milano e Formia, in provincia di Latina. A Matera, si è, invece, proceduto al sequestro dell’immobile all’interno del quale avvenivano gli incontri con alcune prostitute. Con il supporto, nella fase esecutiva, dei competenti locali Comandi territoriali dell’Arma, l’attività investigativa è stata condotta dai militari della Sezione Operativa della Compagnia di Matera, con metodi d’indagine tradizionali ed il ricorso ad attività tecniche, che ha permesso di individuare diverse persone che avevano costituito un vero e proprio sodalizio criminale, ciascuno con compiti diversi e ben delineati. Infatti, un 63enne di origini cinesi S.D., in qualità di promotore ed organizzatore dell’associazione, aveva preso in locazione un appartamento nel quartiere Piccianello di Matera, trasformandolo in una casa di prostituzione. L’immobile era stato dato in locazione da C.N., 56enne di Altamura, a sua volta a conoscenza dell’attività di meretricio che si svolgeva all’interno. A partecipare attivamente al sodalizio criminoso, vi era anche P.F.L., 69enne di Bernalda, che si occupava di portare cibo ed acqua alle prostitute e di provvedere ai loro spostamenti per ogni necessità, come si evince anche da un video, qui pubblicato, inviato in redazione con un comunicato stampa. Infine, un 54enne, di origine cinese, W.W., provvedeva a pubblicizzare le prestazioni sessuali delle donne, con specifici annunci su di un noto sito web di incontri, indicando anche un cellulare da contattare per eventuali appuntamenti. Le indagini degli investigatori hanno fatto emergere gravi indizi di colpevolezza anche in capo a due donne di origine cinese, al momento non ancora identificate che, sempre nell’ambito della stessa organizzazione, una si occupava di gestire le chiamate provenienti dai clienti, e di pianificare gli incontri con la prostituta all’interno della casa, l’altra, presente nello stesso appartamento, ma in una stanza separata, che riscuoteva i soldi dei clienti, provenienti dal capoluogo materano e da alcuni comuni limitrofi. Per ogni prestazione sessuale, in media, veniva pagata la cifra di 50 euro, di cui 30 finivano nelle mani dell’organizzazione e 20 rimanevano alla ragazza che si prostituiva. Gli accertamenti espletati hanno evidenziato che le prostitute, venivano sostituite a loro volta con altre ragazze, in media ogni due settimane circa. Un’altra operazione, contro l’usura, denominata “Easy Credit”, è stata portata a termine, nella mattinata di oggi, venerdì 4 dicembre, dalla Polizia di Stato della Questura pugliese, di Taranto. Gli agenti della locale Squadra Mobile, al comando del dott. Fulvio Manco, alle prime luci dell’alba, hanno sgominato un’organizzazione criminale locale, eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere ed agli arresti domiciliari nei confronti di 8 persone, presunti responsabili di associazione per delinquere, finalizzata alla commissione di una serie di delitti di usura ed esercizio abusivo di attività finanziaria. I dettagli dell’operazione sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa, tenutasi, in modalità online, intorno alle ore 10.30. A finire in carcere, S.M., di anni 72, promotrice, capo e organizzatrice dell’associazione; V.R., di anni 67; S.E., di anni 62; M.G., di anni 51; M.C., di anni 50; M.E., di anni 48. Agli arresti domiciliari sono stati sottoposti L.A., di anni 77 e M.F., di anni 29. Le indagini, sono state avviate nell’ottobre del 2018, dopo una segnalazione, giunta alla Sala Operativa, da una persona che aveva raccontato che i suoi anziani genitori, erano rimasti vittime di usura, di vicinato. La tarantina, M.S., avvalendosi della complicità di suoi familiari ed alcuni conoscenti, era diventata il punto di riferimento di una larga cerchia di persone in difficoltà che per diverse ragioni, dalle primarie, fino alle più futili esigenze che riguardavano anche il gioco, da trascorrere nelle sale Bingo, si rivolgevano a lei, per ottenere disponibilità di denaro contante. Proprio gli abituali frequentatori di due, di queste sale, situate nel capoluogo pugliese, erano le prede preferite. Infatti, i giocatori incalliti, o, in alcuni casi, anziani soli, che avevano come unico svago il gioco, venivano avvicinati dai vari componenti dell’organizzazione, abituali frequentatori di quei locali, e al momento del bisogno, messi in contatto con la principale indagata, l’usuraia che, da circa 7 anni, era diventata un vero e proprio bancomat della zona. Le indagini hanno accertato che nella maggior parte dei casi le richieste di denaro, arrivate via telefono o addirittura attraverso il citofono di casa, venivano immediatamente esaudite. L’usurato, infatti, si recava di persona nell’appartamento della donna o addirittura ritirava le somme in contanti attraverso un montacarichi installato presso il balcone interno nel cortile dello stabile. Nel febbraio dello scorso anno, i poliziotti, durante una perquisizione domiciliare in casa della donna, riuscirono a recuperare due grossi quaderni, il primo era una rubrica telefonica, dove erano stati annotati centinaia di numeri delle persone usurate, mentre l’altro era un vero e proprio schedario, dove, meticolosamente, venivano registrati tutti gli importi elargiti, le rate pagate e l’importo finale da riscuotere, tra cui un debito estinto nel 2012. L’organizzazione, per nulla intimorita da quella perquisizione, aveva continuato imperterrita la sua attività e, temendo di essere sotto osservazione, aveva adottato tutte le accortezze necessarie per sviare le indagini, fino ad avvalersi di tecnici specializzati per bonificare gli ambienti da eventuali microspie. La meticolosa attività di analisi e di incrocio delle informazioni, provenienti da più fonti, suffragata anche dal contenuto della documentazione sequestrata, ha permesso, così, agli investigatori, di ricostruire oltre cento prestiti usurari, di identificare buona parte dei clienti e di accertare, attraverso le schede a ciascuno di loro assegnate, le somme ricevute, l’entità dei singoli prestiti ed i tassi di interesse applicati che, nella maggior parte dei casi, erano compresi tra il 60 e l’80% annuo, fino ad arrivare in alcuni casi, addirittura al 240%, con l’ammontare totale dell’attività illecita, che si aggira sugli oltre 300mila euro. Nel corso delle perquisizioni eseguite a Taranto, i poliziotti, nel domicilio della donna, a capo di tutto, hanno recuperato, nascosti all’interno di un cuscino, quasi 2mila euro, in banconote di vario taglio, oltre a numerosi documenti bancari e d’identità, intestati alle presunte vittime.
SALUTE Salgono ancora, e ovunque, i contagi da “Covid-19”. Nel bollettino di oggi si contano in Italia 24.099 casi e 814 morti e 6.243 in Basilicata, che resta in zona arancione, con 159 morti da inizio pandemia. Campania, Toscana, Valle D’Aosta e la Provincia Autonoma di Bolzano passano a zona arancione, mentre Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Puglia e Umbria passano in gialla, con diversi malincuore da parte di diversi governatore, tra cui anche il lucano Vito Bardi, che voleva passare in zona gialla. Troppi sono gli interessi delle lobby politiche e questo è il vero problema, ma, in questo periodo, alla vita non si può rinunciare, per andare incontro alla morte. Intanto, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato ieri il nuovo DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) in vigore per le prossime festività natalizie.
Il 25, il 26 dicembre e a Capodanno non ci si potrà spostare dal proprio comune. Chiusi gli impianti sciistici e quarantena per chi torna dall’estero. La pandemia nel mondo è arrivata a più di 1 milione e mezzo di morti e negli Stati Uniti record 210mila casi in sole 24 ore. “La giunta regionale della Basilicata, nella seduta di questa mattina, ha approvato una delibera che, sino al 31 dicembre del 2022, annulla gli effetti dei provvedimenti emanati dal governo Pittella, nel 2015 e nel 2017, che decretavano, a partire dal 2020, la chiusura di alcune strutture complesse negli ospedali lucani. Pertanto, i cittadini di Matera possono stare tranquilli, l’ospedale “Madonna delle Grazie” non si tocca e continueremo a lavorare per potenziarlo”. È quanto dichiarato, in un comunicato stampa, dall’assessore regionale alla Salute, Rocco Luigi Leone. “L’emergenza che stiamo vivendo – ha, poi, aggiunto l’esponente regionale – ha messo in evidenza l’urgenza di riorganizzare i sistemi sanitari per rispondere in maniera più adeguata ai bisogni di salute dei cittadini. Ecco perchè, al fine di garantire alla Basilicata una maggiore flessibilità nell’organizzazione ospedaliera, in coerenza con la revisione dell’assetto sanitario che stiamo definendo, avvieremo una formale richiesta al Ministero della Salute per modificare una volta per tutte il Decreto ministeriale n. 70/2015″.
AMBIENTE In Basilicata, proseguono le sospensioni da parte dell’Acquedotto Lucano SPA. A Corleto Perticara e Vaglio Basilicata, in provincia di Potenza, per consentire il ripristino del livello dei serbatoi, l’erogazione dell’acqua potabile sarà sospesa, nell’intero centro abitato, dalle ore 22.00 circa di oggi, alle ore 7.00 circa, di domani mattina, salvo eventuali imprevisti.
Per eventuali informazioni, potete contattare i seguenti recapiti:
info@acquedottolucano.it
0971.392.101
PEC: protocollo@pec.
METEO Per la giornata di domani, maltempo su gran parte del Centro Nord, con miglioramenti al Sud e qualche peggioramento per la giornata di domenica in gran parte dell’Italia. Per la giornata di lunedì, sono invece, previste piogge e venti.
Rocco Becce
Direttore Editoriale