CRONACA Dalle prime luci dell’alba, nelle province di Roma, Reggio Calabria, Venezia e Grosseto, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, coadiuvati dai comandi dell’Arma territorialmente competenti, stanno dando esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, che dispone l’arresto per 33 persone indagate, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, cessione e detenzione ai fini di spaccio, estorsione aggravata dal metodo mafioso, intestazione fittizia di beni, detenzione e porto abusivo di armi. Il provvedimento cautelare si basa sulle risultanze acquisite dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Via in Selci nell’ambito dell’indagine convenzionalmente denominata “Enclave”, che ha consentito di individuare e disarticolare un sodalizio contiguo alla ‘ndrangheta, costituito da soggetti calabresi e romani, dedito al traffico di sostanze stupefacenti, ricostruendone i canali di approvvigionamento, in gran parte dal Sud America, il sistema di gestione delle piazze di spaccio e le modalità di cessione. Al vertice di tale sodalizio, è stato individuato un noto personaggio, organico alla ‘ndrina Alvaro di Sinopoli (RC), che dirigeva le sue attività illecite avvalendosi anche di propri familiari. Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari personali, i Carabinieri stanno anche sequestrando preventivamente un’attività commerciale nella Capitale che risultava fittiziamente intestata a parenti del capo dell’organizzazione. Proseguono senza sosta i servizi di prevenzione e repressione dei reati, su tutto il territorio di competenza da parte dei Carabinieri di Ostia che nella giornata di ieri hanno arrestato 2 persone, denunciandone una terza e sequestrando oltre 50 grammi di droghe di vario genere, tra cocaina, hashish e crack. Altre 9 persone state segnalate in qualtà di assuntori alla locale Prefettura. A seguito di uno specifico servizio di monitoraggio nei pressi di un’abitazione di Acilia, i Carabinieri della locale Stazione hanno arrestato un 24enne del posto. I militari, dopo aver notato un insolito andirivieni dall’abitazione occupata dal giovane, hanno fatto irruzione nell’appartamento. All’interno, i Carabinieri hanno sorpreso il malfattore, rinvenendo circa 18 grammi di hashish, nonché tutto il materiale occorrente per la pesatura ed il confezionamento della droga. Il pusher, che all’atto del controllo ha tentato di aggredire i militari, è stato prontamente bloccato, finendo, così, in manette e venendo ristretto agli arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida, mentre lo stupefacente e il restante materiale rinvenuto, sono stati sequestrati. Sempre in manette è finito un romano 51enne. I Carabinieri della Stazione di Ponte Galeria lo hanno infatti fermato per un controllo mentre si trovava a bordo della propria auto. L’uomo, che è apparso da subito molto nervoso, è stato sottoposto a perquisizione. L’attività d’indagine ha consentito di rinvenire, occultati all’interno della vettura, oltre 8 grammi di droghe di vario genere, fra cocaina e hashish. Nel corso della successiva perquisizione nell’abitazione occupata dal malfattore, i Carabinieri hanno recuperato e sequestrato ulteriori 18 grammi di cocaina, nonché materiali per la pesa ed il confezionamento della droga e quasi 600 euro in contanti, ritenuti provento dell’illecita attività. Lo spacciatore è stato, così, arrestato e tradotto nelle camere di sicurezza dell’Arma, in attesa dell’udienza di convalida. I Carabinieri della Stazione di Fiumicino, al termine di una mirata perquisizione, hanno denunciato in stato di liberà un 45enne del posto. I militari, sospettando che il malfattore esercitasse attività di spaccio nella propria abitazione, vi hanno fatto irruzione sorprendendolo, unitamente ad altre 3 persone, e trovandolo in possesso di alcune dosi di cocaina e crack. Il pusher è stato denunciato in stato di libertà, mentre i 3 acquirenti sono stati segnalati alla locale Prefettura. Nel corso degli ulteriori controlli effettuati, sono stati segnalati quali assuntori altre 6 persone, a 3 delle quali è stata anche ritirata la patente di guida. Infine, i Carabinieri di Casal Palocco, hanno fermato un 28enne mentre, in evidente stato di alterazione, percorreva la locale via Cilea a bordo della propria vettura. Il giovane, trovato in possesso di mezzo grammo di hashish, è successivamente risultato positivo ai test tossicologici ed alcolemici, venendo denunciato in stato di libertà. Allo stesso, a scopo precauzionale, è stata, inoltre, ritirata una pistola legalmente detenuta. I Carabinieri della Compagnia di Pomezia hanno arrestato in flagranza di reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti un ragazzo di 32 anni originario di Roma. Nella mattinata di ieri, durante uno dei quotidiani servizi finalizzati alla prevenzione e repressione dei reati svolto in località Campo Jemini, i Carabinieri della Stazione di Torvajanica hanno fermato un 32enne mentre stava camminando in strada con un’insolita premura. Sottoposto a controllo, il giovane è stato trovato in possesso di diciassette dosi di cocaina nascoste dentro a piccoli involucri di plastica solitamente racchiusi negli ovetti di cioccolato, insieme a 110 euro in banconote di vario taglio. I Carabinieri hanno, quindi, esteso le verifiche nell’abitazione del giovane, dove sono state rinvenute altre 19 dosi e 3 involucri di cocaina per un peso complessivo di 52 grammi, insieme a 10 grammi di marjiuana, una dose di hashish, bilancini di precisione, materiale per il confezionamento ed altri 370 euro in contanti, ritenuti provento della sua illecita attività di spaccio. Per lo spacciatore sono stati disposti gli arresti domiciliari in attesa del rito direttissimo. I Carabinieri della Stazione di Settecamini, in accordo con la Procura della Repubblica del Tribunale di Tivoli, oggi pomeriggio hanno effettuato un fermo di indiziato di delitto nei confronti di un cittadino ghanese 25enne, accusato di essere il responsabile delle lesioni patite da un bimbo di 5 anni affidato alle sue cure. I fatti sono accaduti la scorsa domenica a Guidonia quando, una donna ghanese, ha richiesto l’intervento di una pattuglia presso la sua abitazione. I Carabinieri intervenuti hanno subito capito la gravità della situazione: un bambino di soli 5 anni si trovava tra le braccia della sua mamma e piangeva a dirotto con il volto tumefatto e diverse ferite agli arti. Trasportato in ospedale, i medici gli diagnosticavano diverse fratture con una prognosi di 60 giorni. A quel punto sono scattate le indagini, serrate e continue, che hanno portato i militari a stringere il cerchio attorno al responsabile di quanto accaduto, ovvero un connazionale della madre del piccolo. Infatti, i genitori, amici del 25enne fermato, dovendosi assentare per qualche ora, hanno affidato a lui il piccolo pensando fosse in mani sicure, non immaginando assolutamente che al rientro potessero trovare il loro figlioletto ridotto in quelle condizioni e il suo “babysitter” completamente ubriaco. Le indagini, condotte in continua sinergia con la Procura della Repubblica di Tivoli hanno visto coinvolti tutti i militari della Stazione Carabinieri di Settecamini e della Compagnia di Tivoli che, minuziosamente, tassello dopo tassello, hanno ricostruito ogni momento di quel pomeriggio che, a parte qualche brutta cicatrice, si spera potrà essere rapidamente dimenticato dallo sfortunato piccolo protagonista della vicenda. Il 25enne ghanese, sulla base degli elementi raccolti, è stato fermato e tradotto presso il carcere di Rebibbia in attesa della convalida del provvedimento. In Basilicata, i Carabinieri della Stazione di Tito, in provincia di Potenza, hanno arrestato in flagranza di reato un 19enne del posto, responsabile di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Nel pomeriggio di sabato scorso, i militari, durante lo svolgimento di un servizio di controllo del territorio, avendo notato transitare lungo le strade del centro cittadino un’autovettura, con due giovani a bordo, hanno deciso di intimare l’alt per procedere ad una verifica. Appena resisi conto della presenza dei militari e del loro invito a fermarsi, il 19enne, passeggero, ha tentato invano di disfarsi di un marsupio, lanciandolo dal finestrino. All’interno erano custoditi 56 grammi di stupefacente, di tipo hashish, oltre ad un bilancino di precisione, sottoposti a sequestro.
Sulla base di tale ritrovamento, i Carabinieri hanno esteso le operazioni di ricerca effettuando la perquisizione presso il domicilio di entrambi, con il supporto di un’unità antidroga del Nucleo Cinofili Carabinieri di Tito. A casa del conducente e proprietario dell’auto, di 24 anni, è stato rinvenuto e sequestrato altri 2 grammi della stessa sostanza, e, per questo, è stato segnalato alla Prefettura di Potenza in qualità di assuntore. All’interno dell’abitazione del viaggiatore, poi, sottoposto ai domiciliari, sono stati trovati tre coltellini, destinati a tagliare e frazionare lo stupefacente in dosi più piccole, sequestrati insieme alla somma in contanti di 445 euro, quale indebito provento dell’attività di spaccio. A Grottole, in provincia di Matera, un uomo, responsabile di detenzione abusiva di armi e munizioni, mancata adozione di adeguate cautele nella custodia delle medesime e ricettazione, è stato denunciato in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria. Dopo essere stato perquisito nella propria abitazione dai Carabinieri della locale Stazione, l’indagato è stato trovato con un fucile, regolarmente denunciato, appeso al muro, custodito impropriamente e facilmente raggiungibile da chiunque, il quale risultava anche con la cartuccia inserita, quindi pronto all’uso. Nel prosieguo delle attività degli investigatori, inoltre, sono stati trovati altri due fucili, di cui uno privo di matricola, una spada, con lama, e, ben occultata, in un baule in soffitta, una pistola, tipo revolver, oltre a numerose munizioni cal. 9, il tutto detenuto illegalmente e sottoposto a sequestro. In Puglia, a Massafra, in provincia di Taranto, i Carabinieri della locale Stazione, hanno tratto in arresto e sottoposto ai domiciliari un 38enne di Valenzano, commerciante con precedenti di Polizia. L’accusa è di detenzione e porto abusivo d’arma e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I militari, insospettitisi dall’immotivato nervosismo dell’uomo, durante un normale controllo alla circolazione stradale hanno effettuato una perquisizione veicolare e personale. Abilmente occultata è stata trovata una pistola a tamburo di fabbricazione ceca, marca “brno”, cl. 38 special, di provenienza estera, con all’interno 4 proiettili e ogiva camiciata, oltre a 0.70 gr. di sostanza stupefacente, di tipo cocaina e 1.800 euro in contante. Inoltre, La successiva perquisizione presso il suo domicilio ha consentito di rinvenire e sequestrare un bilancino di precisione, per la misurazione di sostanze stupefacenti, e 17.6 gr. di sostanza stupefacente, di tipo hashish. La Polizia di Stato di Cosenza ha eseguito 17 misure cautelari personali e sequestri di società imprese individuali beni aziendali e beni immobili, nei confronti di esponenti e persone vicine ad una cosca operante nella Sibaritide. I polizotti del Servizio Centrale Operativo e delle Squadre Mobili di Cosenza e Catanzaro, supportati da pattuglie di diversi Reparti Prevenzione Crimine e dalle Squadre Mobili delle Questure di Salerno e Forlì-Cesena, coordinati dalla DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) di Catanzaro, hanno arrestato 17 appartenenti al clan di ‘ndrangheta “Forastefano” di Cassano all’Ionio, in provincia di Cosenza. Tutti sono accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, esercizio abusivo dell’attività finanziaria, violenza privata, trasferimento fraudolento di valori, e truffa, ipotesi di reato, delitti anche aggravati dal metodo e dall’agevolazione mafiosa. L’indagine “Kossa“, dall’antica denominazione di Cassano, operazione condotta dalla Polizia di Stato con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, ha ricostruito l’attuale operatività della cosca, rigeneratasi dopo gli interventi giudiziaria intervenuti nel 2008, attraverso il consolidamento del proprio programma di penetrazione nel tessuto economico della Sibaritide, in particolare nel settore agroalimentare e in quello dei trasporti avvalendosi della forza dell’intimidazione tipica dell’associazione mafiosa. L’azione del sodalizio si è concretizzata a danno degli altri imprenditori che operano nel settore agroalimentare nell’area della Sibaritide tra le quali anche un’azienda, con sede nella provincia di Ferrara, di livello europeo nel campo della commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli, il cui rappresentante legale, con riferimento alle attività imprenditoriali avviate dall’azienda ferrarese nella Sibaritide, è risultato vittima di una lunga serie di vessazioni consistite in ripetute richieste in denaro per servizi di guardiania e arbitrarie maggiorazioni di corrispettivi contrattuali ottenute anche mediante minacce esplicite di ritorsioni. L’operatività della consorteria criminale si è espressa anche subentrando direttamente nella gestione delle aziende tramite le imprese di riferimento e riconducibili agli esponenti del sodalizio, che, all’occorrenza risolvevano le trattative sindacali con intimidazioni finalizzate a silenziare i sindacalisti che osavano sollevare obiezioni negli interessi dei lavoratori. La forza di intimidazione del sodalizio criminale ha generato un diffuso timore tra gli operatori commerciali e gli imprenditori vittime di estorsioni, per godere della protezione delle loro attività economiche e beni aziendali. Si tratta di un sodalizio che estende la sua influenza su un territorio caratterizzato, in tempi recenti da una sequenza di vicende omicidiarie, che denota la pericolosità della criminalità operante nell’area. A fronte degli imprenditori che, a differenza del passato, hanno denunciato le vessazioni subite, altri sono stati cooptati, a vario titolo, anche per programmare e consumare, avvalendosi delle società da questi gestite nel settore agricolo, sistematiche truffe ai danni dell’INPS, con l’apparente rappresentazione di rapporti di lavoro fittizi, fonte di finanziamento del sodalizio medesimo. Le mire imprenditoriali si sono estese inoltre al settore degli autotrasporti, monopolizzato grazie ad un cartello di ditte riconducibili, direttamente o indirettamente, al clan e votato all’acquisizione, spesso forzosa, delle commesse di altri operatori del settore. Una penetrazione quasi totalizzante nel tessuto sociale ed economico della zona, resa possibile anche dalla pax mafiosa stipulata con gli storici rivali con i quali si sono in passato contrapposti per il controllo criminale. Il superamento dell’antica contrapposizione è, plasticamente, evidenziato dalla consumazione di alcuni reati di estorsione e truffa nei quali concorrono alcuni che gravitano nei contesti delle storiche consorteria un tempo avversarie. L’indagine ha, ancora una volta, registrato la necessaria cooperazione, al fine del perseguimento del programma del sodalizio di ‘ndrangheta, da parte di professionisti e imprenditori per i quali è stato ipotizzato il concorso esterno in associazione mafiosa, per avere, in particolare i professionisti, un avvocato e un commercialista, assunto il ruolo che può definirsi di “consigliori”, lasciandosi coinvolgere nell’attività degli esponenti del sodalizio, fornendo consigli, pareri ed assistenza contra legem, suggerendo sistemi e modalità di elusione fraudolenti, funzionali a conseguire gli scopi dell’associazione stessa. Con l’ordinanza eseguita è stato disposto anche il sequestro preventivo di terreni, fabbricati, quote societarie, imprese individuali e autovetture riconducibili a membri della famiglia o ai loro prestanome, per un valore complessivo di oltre 10 milioni di euro. Tutti i dettagli sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta alle ore 11.00 di questa mattina, presso la Questura di Cosenza, alla presenza del Procuratore Capo della DDA di Catanzaro, dott. Nicola Gratteri, del Procuratore Aggiunto, dott Vincenzo Capomolla, del Direttore Centrale Anticrimine, Prefetto Francesco Messina e del Direttore del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, dott. Fausto Lamparelli. In Sicilia, tre noti imprenditori di Gela, sono stati oggetto di un sequestro di beni per un valore di 68 milioni di euro da parte del Tribunale di Caltanissetta, Sezione misure di prevenzione, su proposta avanzata dalla locale DDA (Direzione Distrettuale Antimafia). Infatti, i tre decreti, ai sensi della normativa antimafia, sono stati eseguiti nei confronti di L.S., di 70 anni, L.F.A., di 65, L.R., di 45, imprenditori nel settore immobiliare e sopratutto in quello della commercializzazione di autovetture, anche di lusso. Le attività investigative, che hanno portato all’adozione dei provvedimenti, sono state svolte da personale della DIA e della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Caltanissetta che in queste ultime ore ha provveduto a dare esecuzione al sequestro di prevenzione. Gli imprenditori colpiti dalla misura patrimoniale, attualmente indagati per concorso esterno in associazione mafiosa, sono stati ritenuti personaggi di elevata e qualificata pericolosità sociale, in ragione della loro contiguità e complicità con organizzazioni criminali riconducibili a “Cosa Nostra“. Le attività investigative hanno fatto emergere una sorta di opportunismo affaristico con esponenti della famiglia mafiosa dei “Rinzivillo“. Le indagini di natura economico patrimoniale hanno fatto scoprire il reinvestimento da parte degli indagati di ingenti capitali di illecita provenienza in numerose società, formalmente intestate ai propri familiari, attive nel settore dell’edilizia e della rivendita di auto. Il provvedimento ablativo, valutato in 68 milioni di euro circa, trae origine dalle risultanze criminologiche compendiate nell’ambito di complesse e articolate attività investigative che sono state nel tempo coordinate dalla DDA della Procura della Repubblica di Caltanissetta e delegate sia alla DIA che alla GdF. Le attività investigative hanno comportato una meticolosa analisi dei rapporti economici tra gli imprenditori ed appartenenti alle famiglie mafiose di Gela protrattisi per anni. Già nel giugno del 2006, la DIA aveva effettuato un sequestro preventivo della concessionaria nell’ambito dell’operazione “TERRA NUOVA 2“, ed aveva in quel contesto deferito all’A.G., per il reato di riciclaggio allora contestato con l’aggravante dell’art. 7 della L. 203/91, L.S. e suoi familiari. Il procedimento fu successivamente archiviato a seguito di una “pseudo collaborazione” dello stesso indagato che, nel frattempo, aveva riferito, ad altri uffici investigativi, di episodi estorsivi asseritamente subiti nel tempo tentando in tal modo di accreditarsi quale vittima della criminalità organizzata. Successive acquisizioni probatorie costituite dalle dichiarazioni rese da numerosi collaboratori di giustizia dell’area gelese, hanno consentito di far luce sulla reale natura dei rapporti tra i componenti della famiglia e le organizzazioni mafiose operanti sul territorio.
SALUTE In Italia 7.351 sono i nuovi casi e 258 i morti per “Coronavirus” ed è allerta per le varianti. Tornano a crescere i ricoveri negli ospedali e diversi focolai anche nelle scuole ed è stato prorogato lo stop agli spostamenti tra le regioni, sino al prossimo 25 febbraio. Prosegue la campagna vaccinale e sino ad ora, 22.989.748 sono le dosi somministrate con un richiamo di 1.281.999. Nel mondo sono quasi 109 milioni i contagi e 2,4 milioni le vittime e, non è finita, purtroppo. Nel Lazio 894 sono i nuovi contagi e 32 i morti. In Campania 1.135 le positività e 17 i decessi. In Basilicata 83 i positivi e 1 morto. In Puglia 694 i contagiati e 34 le vittime.
ARTE Con il patrocinio della Regione Basilicata e del comune di Nova Siri, l’associazione culturale locale “SUD – Gigi Giannotti“, in collaborazione con la Pro Loco e il Rotary Club Policoro Heraclea Centenario e lo “Studio MusicAlicata”, ha dato ufficialmente il via alle iscrizioni alla “Prima Rassegna Internazionale Digital Art Brida”. La mostra, curata da Pasquale Chiurazzi, Maria De Lorenzo, Giulio Orioli e Nino Oriolo, ha il fine di valorizzare l’arte definita post-contemporanea, ovvero la fotografia digitale, la pittura digitale e la video art, con l’obiettivo di creare nuove sperimentazioni attraverso scambi nazionali e internazionali tra gli artisti. Il tema conduttore dell’evento è “Una finestra sul mondo”, metafora di liberazione in questo periodo particolare che sarà oggetto di espressione interiore. Gli artisti potranno esprimere emozioni e pensieri attraverso un mezzo che permette di scrutare oltre l’orizzonte. La finestra, infatti, è il mediano utilizzato per guardare oltre i sogni, la realtà, la sofferenza dell’anima. Il concorso, con la partecipazione gratuita, è articolato in due sezioni. “L’Arte non ha età”, dedicata agli artisti italiani e stranieri senza limiti anagrafici, la seconda, “Concorso per le Scuole”, è rivolta alle Accademie delle Belle Arti, Licei Artistici e Scuole Artistiche. Ogni artista, iscrivendosi tramite la compilazione dell’apposito modulo scaricabile dai siti www.pasqualechiurazzi.it; www.terrejoniche.it; www.giulioorioli.it, e alle relative pagine Facebook: brida; novasititv; ass.cult.SUD.gigigiannotti, può presentare una sola opera e le iscrizioni scadranno il giorno 20 aprile prossimo. La giuria selezionerà, al termine, 50 finalisti a cui sarà data la possibilità di esporre i propri lavori all’interno del “SIRIS Festival” che si svolgerà nel mese di agosto a Nova Siri, evento giunto ormai alla sua XXII edizione. Per i primi classificati delle due sezioni, invece, è previsto un premio in denaro di 400 euro. Una grande opportunità di crescita culturale per il territorio lucano, che vedrà l’inizio di una lunga e corposa stagione artistica post contemporanea, in cui grandi menti generatrici di idee e concetti sublimi, potranno riportare un sorriso anche sui volti più bui, perchè l’arte è stata, ed è da sempre, l’unica vera medicina per l’anima, come informato in un comunicato stampa inviato in redazione.
AMBIENTE L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, comunica che prosegue l’attività di fontana di lava dal Cratere di SE e l’emissione lavica lungo la parete occidentale della Valle del Bove, in Sicilia, dove attualmente il fronte lavico ha raggiunto la quota di circa 2mila m. s.l.m. È segnalata la ricaduta di lapilli di dimensioni centimetriche a Nicolosi e Mascalucia. A Catania è in corso ricaduta di cenere e lapilli. Contestualmente è in corso di sviluppo un altro trabocco lavico dal Cratere di SE che si sta espandendo in direzione Nord verso la Valle del Leone. L’ampiezza media del tremore vulcanico ed i segnali infrasonici permangono su valori energeticamente elevati. I dati di deformazione della rete GPS non mostrano variazioni significative, mentre la rete clinometrica mostra contenute variazioni, dell’ordine del microradiante, in concomitanza con l’attività eruttiva.
VIABILITÀ È stata riaperta al transito la Strada Statale 18 “Tirrena Inferiore”, tra il km. 216, 300 ed il km. 219,900, interrotta tra Sapri e Maratea a causa della caduta di massi sul piano viabile da un versante adiacente alla statale. Anas ha ultimato le operazioni di rimozione dei massi franati, attraverso l’impiego di un escavatore e di ripristino della rete paramassi danneggiata nell’area di propria pertinenza. Successivamente il Genio Civile ha effettuato uno specifico sopralluogo attraverso il quale ha constatato le condizioni di sicurezza per la riapertura. Al momento la circolazione è regolare.
METEO Per la giornata di domani sono attesi piovaschi, ma anche schiarite. Vento O con intensità di 14 km/h. Raffiche fino a 21 km/h. Temperature minime comprese tra -2 e 5 °C e massime comprese tra 5 e 11 °C.
Rocco Becce
Direttore Editoriale