CRONACA Ha approfittato del suo ruolo di badante per somministrare, in modo del tutto arbitrario, senza alcuna indicazione medica e all’oscuro dei familiari della vittima, dei massicci dosaggi di tranquillanti alla donna, di 89 anni, che avrebbe dovuto accudire, provocandole un grave stato comatoso con insufficienza respiratoria e il conseguente ricovero urgente in ospedale. È quanto scoperto dai Carabinieri della Stazione Roma Casalotti, grazie ad un’attività d’indagine scattata dopo la denuncia della figlia della vittima, sporta durante la degenza della madre, insospettitasi dai risultati delle analisi a cui la donna era stata sottoposta. Le gravi condotte della badante infedele sono emerse durante le attività investigative dei Carabinieri e il GIP del Tribunale di Roma, concordando con quanto richiesto dalla locale Procura della Repubblica, ha emesso un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti della romana 60enne. Nel corso delle indagini, i militari hanno accertato che la vittima, affetta da demenza senile e non autosufficiente, veniva sistematicamente stordita con massicci dosaggi di medicinali a base di Benzodianzepine, senza alcuna prescrizione terapeutica o autorizzazione dei familiari, che hanno portato l’anziana ad un ricovero d’urgenza al Policlinico “Agostino Gemelli” a giugno dello scorso anno, in concreto pericolo di vita e che le ha provocato lesioni personali gravissime. Si aggirava, curiosando, tra le strade presidiate dai Carabinieri della Compagnia di Tivoli impegnati nell’operazione, che, due giorni fa, ha sgominato una fiorente attività di spaccio nella zona di Ponte di Nona e ad eseguire 22 misure cautelari. La sua presenza non è passata inosservata ai militari della Tenenza di Guidonia impegnati nell’operazione, che hanno deciso di identificarlo. È così, che a carico di un romano di 45 anni, con precedenti e sottoposto all’affidamento in prova ai servizi sociali, è emerso un provvedimento di espiazione di pena detentiva per spaccio di droga emesso il 22 marzo scorso dalla Corte d’Appello di Roma. L’uomo è stato, quindi, arrestato e accompagnato in caserma, dove è in attesa di conoscere in quale istituto di pena dovrà scontare 5 anni e 11 giorni di reclusione. Nella giornata di ieri, i Carabinieri Forestali della Stazione di Manziana, insieme ai militari della Compagnia di Bracciano hanno ritrovato le pecore che lunedì scorso erano state rubate ad un allevatore braccianese. Il personale dell’Arma, impegnato da giorni in perlustrazioni a largo raggio nell’area denominata “I Terzi”, al confine tra i territori dei comuni di Bracciano, Fiumicino, Cerveteri e Aguillara Sabazia, hanno controllato complessivamente una decina di greggi, giungendo infine ad individuare una struttura isolata all’interno di un terreno adiacente via di Tragliatella, nella quale erano ricoverate alcuni animali. Da subito è parso chiaro ai militari che non si trattasse di un gregge regolare, poichè tutti i capi erano privi del previsto marchio auricolare, oltre al fatto che solitamente in orario diurno gli ovini vengono lasciati liberi di pascolare; inoltre erano di razza comisana, la stessa sottratta lunedì all’allevatore braccianese, che aveva nel frattempo sporto querela contro ignoti. I militari hanno, quindi, proceduto ad un controllo più approfondito, anche grazie alla collaborazione del personale della locale ASL che ha effettuato la lettura dei transponder contenuti nei boli endoruminali degli ovini, arrivando all’identificazione del gregge, risultato essere quello sottratto lunedì scorso e al quale è stato successivamente restituito. L’attività si inserisce nel più ampio programma di monitoraggio degli allevamenti locali, messo in atto dai Carabinieri di Bracciano, finalizzato al contrasto dell’abigeato in tutte le sue forme, fenomeno particolarmente sentito dalla popolazione locale. I Carabinieri della Compagnia Roma Centro, nelle prime ore del mattino, hanno fatto scattare l’operazione “Open Door”. L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Roma, avviata nel luglio 2020, ha portato ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa dal GIP del Tribunale di Roma, nei confronti di 4 persone, due uomini e due donne, di nazionalità serba, per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti in abitazione e ricettazione. L’attività investigativa, condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Centro, sono scaturite dall’analisi dei numerosi furti in abitazione commessi nel centro storico della Capitale, messi a segno, come emerso dai filmati di video sorveglianza, da donne di etnia rom mediante l’uso di arnesi da scasso e la copertura degli uomini appartenenti alle famiglie, che le coordinavano ed incoraggiavano da casa, pronti ad intervenire in caso di necessità. Nel corso delle indagini sono stati individuati i ruoli svolti dai singoli e diversi indagati all’interno dell’associazione criminale, quasi a gestione familiare, e si sono compresi i meccanismi e le singole fasi delle azioni delittuose, dai meticolosi sopralluoghi, finalizzati alla comprensione delle abitudini degli ignari proprietari di casa, alla ricerca di itinerari sicuri per sfuggire ad eventuali telecamere di video sorveglianza, sino alla fase esecutiva vera e propria, con le donne del gruppo protagoniste assolute della scena. Erano, infatti, le donne, di giovane età e ben vestite, ad introdursi all’interno delle abitazioni prese di mira, depredandole di ogni sorta di monili o preziosi, ma anche di borse griffate e altri generi di valore. Talvolta, scovata la cassaforte all’interno dell’abitazione, non esitavano a contattare gli uomini del gruppo, che intervenivano in supporto per cercare di smurarle. La merce, sopratutto per quanto riguarda orologi e monili, venivano, poi, rivenduti mediante i canali di ricettazione interni al gruppo stesso, ed in particolare mediante un uomo, pregiudicato, di etnia rom, ma di nazionalità macedone, con base logistica nel quartiere di Centocelle. L’attività di indagine ha consentito di attribuire al sodalizio la responsabilità di più furti in abitazione consumati e di uno tentato, perpetrati tra giugno e settembre 2020, arrestare 2 persone in flagranza di reato e deferirne 15 in stato di libertà per tentato furto, possesso di arnesi atti allo scasso, ricettazione e riciclaggio; trarre in arresto altre 5 persone, che frequentavano a vario titolo gli indagati, in esecuzione di provvedimenti pendenti dell’A.G. e recuperare monili ed orologi del valore complessivo di circa 25mila euro. Due dei destinatari dell’ordinanza sono stati rintracciati sul territorio romano e due in Lombardia, grazie alla collaborazione con i Carabinieri della Compagnia di Desio e del Nucleo Investigativo di Monza, sono stati associati in carcere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, in attesa dell’interrogatorio di garanzia. In Basilicata, l’INPS (Istituto Nazionale di Previdenza Sociale) di Potenza continua ad avere lunghi ritardi nei rimborsi ai propri clienti. Il caso in questione riguardano delle quote pignorate ad un 60enne, nato in provincia di Potenza e residente in città. Da circa un anno, l’uomo si era visto ridurre la propria pensione a causa di una storia pregressa, della quale poco ne faceva parte, ma che ha deciso di chiudere insieme al suo legale di fiducia per avere più tranquillità in futuro. Nonostante il debito importante, pagato in contante, con enormi sacrifici, a settembre, ad uno studio legale campano, dallo scorso ottobre 2020 a marzo 2021, la somma continua ad essere tranquillamente sottratta sulla propria pensione. L’interessato, che ne ha segnalato l’accaduto, ha provato più volte a contattare il numero, per eventuali informazioni in merito, senza che nessuno rispondesse e, anche, a richiedere le proprie spettanze, con l’invio di ben 3 Pec. Infatti, sul proprio cedolino, vi sono trattenuti ancora i pignoramenti, alla faccia di una puntualità a senso unico. Questo è avvenuto e continua ad avvenire nonostante le sollecitazioni effettuate sia da una sede di un Patronato locale che dal proprio avvocato, Alessandro Singetta. Non ci sono assolutamente scusanti in merito per un Ente che toglie quando vuole e restituisce allo stesso modo, sopratutto in un momento di pandemia, dove, invece, si dovrebbe aiutare di più un proprio pensionato. A quando saranno rimborsate tali quote e con gli interessi? È quanto si chiedono i coinvolti in quest’altra pessima storia a tutela non dei cittadini onesti, ma di una burocrazia e di una inefficienza davvero unica, lenta e, ovviamente, politica, fatta proprio per creare di questi casi. Quindi, nonostante il cambio di presidenza, dal 14 marzo del 2019, ad un rappresentante del “M5s“, un certo Pasquale Tridico, la situazione previdenziale per i cittadini è peggiorata ancora di più. Di tanto altro, ce ne eravamo occupati già tempo addietro. Riguardavano altri casi legati ad ammalati di tumore e ad anziani, in pieno pellegrinaggio periodicamente negli uffici della sede potentina, in via Pretoria, al civico 263, dove, ora, si accede solo su appuntamento. Nel pomeriggio di sabato scorso, a Tursi, in provincia di Matera, i Carabinieri della locale Stazione hanno fermato e controllato un 42enne del posto che si aggirava a piedi per le vie cittadine. Nella tasca del giubbotto aveva 4 flaconi da 60 mg. di metadone, di cui due privi di etichetta. La perquisizione è stata estesa nella sua abitazione dove sono stati rinvenuti ulteriori 12 flaconi della stessa sostanza nascosti all’interno di una busta custodita in camera da letto. L’uomo, incensurato, è stato così denunciato all’A.G. materana per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. In Puglia, a Taranto, identificato e denunciato in stato di libertà, per furto, dalla Polizia di Stato, un topo d’auto. Si tratta di un 46enne residente a Manduria, con numerosi precedenti specifici. È accaduto nel pomeriggio di ieri. I “Falchi” della Squadra Mobile, guidati dal dott. Fulvio Manco, nel transitare nella zona di via Alto Adige hanno notato l’uomo che, alla vista della pattuglia, ha tentato di nascondersi tra alcune auto in sosta, sbarazzandosi di alcuni oggetti. L’uomo è stato immediatamente bloccato dai poliziotti che hanno recuperato quanto appena buttato. Erano pacchi con il logo di una società di spedizioni. Fatti gli opportuni accertamenti, gli agenti hanno rintracciato telefonicamente il corriere che ha confermato di aver subito un furto. Dalle immagini di alcuni impianti di videosorveglianza, qualche giorno prima, in uno degli ultimi furti verificatosi in città, il ladro era stato anche ripreso mentre, dopo aver infranto il vetro di un’autovettura, si era impossessato di un cellulare. La Polizia di Stato di Reggio Calabria, con l’operazione odierna denominata “Joy’s Seaside“, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, ha eseguito 17 ordinanze di custodia cautelare emesse nei confronti di altrettante persone di Gioia Tauro, ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico internazionale, concorso in detenzione, vendita e cessione a terzi di sostanze stupefacenti, anche in ingente quantitativo, del tipo cocaina, hashish e cannabis sativa, concorso in detenzione di armi e munizioni, danneggiamento, estorsione ed altri reati. Personaggio chiave e punto di partenza delle investigazioni si è rivelato il 64enne boss dell’omonima consorteria mafiosa, tratto anch’egli in arresto stamane. L’uomo considerato di estrema pericolosità sociale, gravato da numerosi precedenti, ritenuto elemento di spicco delle suddette ‘ndrine federate, in nome e per conto delle quali egli ha sempre operato, particolarmente attivo a cavallo degli anni ‘80 e ‘90, quando guerre di mafia seminavano il terrore nelle strade dei principali centri della Piana di Gioia Tauro. L’attività investigativa ha dimostrato l’esistenza di un’associazione per delinquere di tipo mafioso, le cui condotte tipiche sono state contestate ad un sodalizio criminale ben più ampio, altrettanto pericoloso, numeroso ed efficientissimo che a sua volta ha dimostrato il controllo di una interconnessa associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico finalizzata anche al compimento di altri gravi reati che, durante le investigazioni, sono stati accertati attraverso riscontri probatori obiettivi e solidi. Nel corso delle indagini i poliziotti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Gioia Tauro hanno arrestato in flagranza di reato 16 soggetti indagati e sequestrato cospicui quantitativi di droga ed armi. Dopo le formalità di rito ed il fotosegnalamento, gli arrestati sono stati tradotti presso le case circondariali preventivamente dichiaratesi disponibili, anche in relazione al rispetto delle normative sul contenimento pandemico da SarsCov 2, e per i due destinatari della misura degli arresti domiciliari, presso le rispettive dimore.
SALUTE In Italia, ad oggi, 23.696 sono i nuovi casi di contagi e 460 i morti per “Coronavirus“. Nel Lazio 2.055 i nuovi positivi e 33 i morti. In Campania 2.068 i contagi e 62 le vittime. In Basilicata 110 positività e zero decessi. In Puglia 2.033 infezioni e 37 deceduti. Insomma niente di buono all’orizzonte su ciò che riguarda questa terza ondata di pandemia che si avvia alla quarta, se si prosegue così, considerata la totale confusione che la politica nazionale riesce ancora a portare avanti senza un coordinamento eccellente ed efficace, mentre i vaccini sono ancora mancanti.
VIABILITÀ In provincia di Matera, è fruibile, in direzione di Pisticci, il nuovo ponte situato sulla strada provinciale ex SS 176 tra Pisticci e Craco. A seguito delle prove di carico, che hanno dato esito favorevole, Anas ha ultimato la realizzazione del raccordo con la Strada Provinciale esistente, in direzione dell’abitato di Pisticci. La messa in esercizio avviene in configurazione provvisoria di cantiere, al fine di permettere l’ultimazione delle lavorazioni necessarie al completamento dell’intero intervento, che consentirà la piena fruibilità dell’opera anche in direzione di Craco. Successivamente, l’opera sarà ceduta da Anas, alla Provincia di Matera che ne assumerà la gestione. La nuova infrastruttura permetterà di ripristinare a pieno regime ed in piena sicurezza la transitabilità della tratta, in particolare tra l’abitato di Craco e la SS 407 “Basentana”, con prosieguo verso la Val d’Agri. La nuova opera, realizzata da Anas, rappresenta uno stralcio funzionale del Collegamento Mediano Murgia-Pollino, tratto Pisticci – Montalbano – Valsinni, interamente finanziato per 1,6 milioni di euro all’interno di un Accordo di Programma Quadro tra MIT, MISE, Regione Basilicata ed Anas.
EVENTO Oggi a Roma, nella sede centrale della Corte dei Conti, il Procuratore Generale della Corte dei Conti, dott. Angelo Canale, e il Capo della Polizia-Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Prefetto Lamberto Giannini, hanno sottoscritto un protocollo d’intesa riguardante le linee guida in materia di collaborazione degli organi di Polizia di Stato con il Pubblico Ministero presso le Sezioni Giurisdizionali della Corte dei Conti.
METEO Per domani ancora condizioni meteorologiche di bel tempo, da Nord a Sud, con il cielo che si presenterà prevalentemente sereno.
Rocco Becce
Direttore Editoriale