Per falso materiale ed ideologico in concorso, all’alba di questa mattina, in Sicilia, sono finiti ai domiciliari M.L.D.L., d.g. del Dipartimento per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico, S.C., funzionario regionale, ed E.M., dipendente di una ditta che gestisce i flussi informatici dell’assessorato regionale.
L’operazione è stata portata a termine dal Comando Provinciale CC di Trapani e dai militari del NAS di Palermo con diverse perquisizioni eseguite alla ricerca di materiale utile alle indagini.
Le persone indagate, in quest’altra pessima storia legata all’emergenza sanitaria in atto, dopo le tante altre in giro per l’Italia, sono accusate di aver alterato, in più occasioni, il flusso dei dati riguardante il numero dei tamponi e di positivi durante il corso di questa pandemia che ancora ci riserva brutte sorprese in tutto.
Tutto questo, sembra, per non andare in zona rossa.
Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Trapani, diretta dal Procuratore facente funzione, dott. Maurizio Agnello che ne ha chiesto il provvedimento insieme alle sostitute Sara Morri e Francesca Urbani.
L’ordinanza di custodia cautelare è del GIP di Trapani, Caterina Brignone, che ha riconosciuto la fondatezza della ricostruzione dei pm e la necessità di intervenire d’urgenza, trasmettendo gli atti a Palermo.
L’indagine è stata lunga e complessa e diverse sono le persone che risultano indagate, per aver fatto sparire i nuovi casi positivi dalle statistiche e gonfiare il numero dei tamponi, per fare apparire l’emergenza pandemia in Sicilia meno grave di quanto fosse, quindi, “un disegno politico scellerato”, come definito dal Giudice per le Indagini Preliminari.
Davvero un fatto di cronaca vergognoso.
C’è, però, da chiedersi se, questo, è l’unico caso in Italia?
Rocco Becce
Direttore Editoriale