Nel 25esimo anniversario della sua morte, l’Agente Scelto della Polizia di Stato, Francesco Tammone, è stato ricordato con una cerimonia, e la deposizione di una corona d’alloro, durante la mattinata di oggi, nell’atrio della Questura di Potenza, dove vi è una lapide in suo onore.
All’evento, oltre ad alcuni familiari, a numerose forze dell’ordine e colleghi, erano presenti diverse autorità locali, il Questore, Antonino Pietro Romeo, il Prefetto, Annunziato Vardè e il sindaco della città, Mario Guarente.
Alla deposizione, è seguito un momento di preghiera e di raccoglimento officiato dal Cappellano della Polizia di Stato, Padre Alberto Rosciano.
Ad informarlo è l’Ufficio Stampa della Questura potentina.
L’agente Scelto Tammone, “Medaglia d’Oro al Valor Civile“, nella foto, era nato il 7 settembre del 1969, ad Albano di Lucania, in provincia di Potenza, fu ucciso a soli 27 anni, il 10 luglio del 1996, durante una sparatoria.
Quella sera il “113” della Questura del capoluogo lucano ricevette la
segnalazione di una rissa in corso in un bar di via Tirreno, nel rione Cocuzzo.
La chiamata venne dirottata alla “Squadra Volante” a bordo della quale l’agente era autista.
Quando i poliziotti giunsero sul posto videro sulla soglia del locale un uomo, F.P., nel quale riconobbero un noto pluripregiudicato della zona.
L’uomo, si trovava in regime di semilibertà, dovendo rientrare la sera in carcere, dove stava scontando la condanna a 4 anni di reclusione per rapina.
Quando il capo pattuglia, si avvicinò a lui chiedendogli i documenti il criminale rifiutò, dandosi alla fuga a piedi, inseguito dall’Ispettore, mentre Tammone faceva altrettanto rimettendosi alla guida dell’auto di servizio.
Una volta entrato in via Ionio, il fuggitivo si nascose dietro un angolo e, venne superato dall’Ispettore, che lo aggredì alle spalle sferrando un forte colpo alla base del collo dell’agente di Polizia, dalla cui fondina sfilò la pistola, aprendo il fuoco contro il poliziotto in arrivo in quel momento a bordo dell’auto.
Tammone, sposato, da due mesi, diventato padre di una bellissima bambina, venne ferito mortalmente, ma prima di cadere, riuscì a rispondere al fuoco e a ferire al collo il suo assassino, poi, arrestato e condannato all’ergastolo il 15 giugno del 1999.
A 15 anni dalla sua morte, il 10 luglio del 2011, gli fu intitolato il parco ubicato in via Tirreno, con l’affissione di una targa in suo onore che nelle settimane scorse fu oggetto di vandalismo, ma subito rimessa a posto per volere del sindaco della città Guarente, da come si evince dalle foto e video qui pubblicati che in quell’occasione ha, così, commentato:
“Un gesto gravissimo e deprecabile quello compiuto da qualche meschino che ha voluto offendere la memoria di un servitore dello Stato, nostro concittadino, che perse la sua vita svolgendo il proprio sevizio nella nostra città”.
Nello stigmatizzare l’atto vergognoso perpetrato, che ricorda il giovane poliziotto assassinato, il primo cittadino ha anche chiesto alle forze dell’ordine di condurre indagini mirate per individuare il responsabile, affinchè un tale comportamento non resti impunito.
Rocco Becce
Direttore Editoriale