La DIA (Direzione Investigativa Antimafia) ha eseguito oggi un decreto di sequestro emesso del Tribunale di Trapani su proposta del Direttore, nei confronti di F.I.
Si tratta di un imprenditore di Vita, in Sicilia, in provincia di Trapani, attivo nel settore dei lavori edili e della produzione e commercializzazione di calcestruzzo, attualmente agli arresti domiciliari a seguito dell’operazione “Phimes” del 2020.
Ha interessato 6 società operanti nel settore edile, produzione di calcestruzzo, noleggio di macchine ed attrezzature per lavori edili e quella che gestisce l’intera area parcheggio e servizi, posti nella nota località turistica del Parco Archeologico di Segesta, 17 rapporti bancari, 128 beni immobili e terreni, nonchè 27 automezzi per un valore complessivo stimato di oltre 12 milioni di euro.
L’attività ha svelato l’esistenza di un patto corruttivo con un ispettore della Polizia Municipale di Calatafimi Segesta che utilizzava indebitamente gli strumenti in suo possesso per agevolare l’attività economica e incentivare gli introiti delle società riconducibili all’imprenditore.
La pericolosità sociale dell’imprenditore, riconosciuta anche da diversi collaboratori di giustizia, emerge dal legame con L.C.
È il capo clan dell’omonima famiglia mafiosa, dal quale risulta che dall’indagato abbia ottenuto sia le risorse finanziarie per avviare ed alimentare le proprie aziende che la copertura mafiosa per espandersi sul mercato, imponendosi nei lucrosi affari legati alla realizzazione delle grandi opere pubbliche a danno delle imprese concorrenti alterando, così, il corretto funzionamento del libero mercato e violando le regole della leale concorrenza.
L’organizzazione ha, dal canto suo, ricavato una serie di vantaggi, accrescendo la propria capacità di penetrazione e controllo delle attività economiche nel territorio di riferimento, ottenendo non solo denaro, ma anche possibilità di lavoro per imprese ed amici.
Redazione