Alba di oggi, da Nord a Sud, operazione contro la camorra eseguita dagli agenti della Polizia di Stato e i militari della Guardia di Finanza di Firenze.
Il tutto è stato diretto dalla DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) fiorentina, guidata dal Procuratore Capo, dott. Giuseppe Creazzo, e coordinata dalla Direzione Nazionale Antimafia, nel capoluogo toscano e in alcune località delle province di Verona, Prato, Latina, Salerno e a Tito, in provincia di Potenza.
150 gli appartenenti alle forze dell’ordine che sono stati impegnati ed hanno dato esecuzione ad un provvedimento del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Firenze, dott. Antonio Pezzuti.
12 sono le misure cautelari disposte, di cui 7 in carcere, 3 ai domiciliari e 2 provvedimenti di interdizione dall’esercizio di attività professionali che hanno riguardato un commercialista e un consulente del lavoro, rispettivamente con studi a Prato e a Nocera Inferiore.
È stato disposto anche il sequestro preventivo di conti correnti e somme di denaro.
Il Giudice per le Indagini Preliminari, presso il Tribunale dei Minorenni di Firenze, dott.ssa Eugenia Di Falco, su richiesta del Procuratore Capo della locale Procura della Repubblica presso il Tribunale dei minorenni, dott. Antonio Sangermano, ha, inoltre disposto la misura del collocamento in comunità nei confronti di un minore.
I provvedimenti sono stati adottati all’esito di indagini coordinate dal Sostituto Procuratore Distrettuale di Firenze, dott. Leopoldo De Gregorio ed eseguiti congiuntamente dalla Squadra Mobile della Questura di Firenze e dal GICO (Gruppo di Investigazione sulla Criminalità Organizzata) della Guardia di Finanza di Firenze, in collaborazione con il Servizio Centrale Operativo, con le Squadre Mobili di Salerno, Potenza, Verona e con lo SCICO e i Comandi Provinciali della Guardia di Finanza di Salerno, Prato e Latina.
I reati contestati agli indagati sono quelli di associazione a delinquere con l’aggravante mafiosa per aver agevolato il clan camorristico, presente nella provincia di Salerno.
L’associazione era finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio, ricettazione, furto, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco ed esplosivi, violazione della normativa in materia di immigrazione, all’indebita percezione di erogazioni pubbliche, nonchè al riciclaggio e al reimpiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita.
Le investigazioni, avviate nel luglio 2020, hanno permesso di accertare che due fratelli avevano appena avviato una nuova entità associativa criminale nella città di Firenze, alla quale era da ricondurre una pluralità di illeciti, commessi in diverse occasioni.
In particolare, si rilevava come una pizzeria situata nel capoluogo fiorentino, acquisita all’indomani dell’inizio della pandemia da Covid, di fatto costituisse la sede dove, quasi quotidianamente, i membri dell’associazione criminale tenevano i loro incontri e si recavano per stoccare e ricettare quanto in loro possesso, provento delle attività illecite commesse.
È stato anche accertato come la licenza commerciale del pubblico esercizio fosse stata ottenuta attraverso la presentazione di una falsa dichiarazione sulla sussistenza dei requisiti di onorabilità del richiedente, non posseduti, in quanto già destinatario di una misura di prevenzione personale a suo tempo adottata dal Tribunale di Salerno.
La medesima falsa attestazione è stata utilizzata affinchè la società di gestione dell’attività commerciale riuscisse ad ottenere indebitamente contributi a fondo perduto e finanziamenti con garanzia statale per 32mila euro, sfruttando le previsioni normative della decretazione emergenziale Covid 2020 in tema di misure a sostegno delle imprese in difficoltà.
L’immediatezza delle attività investigative ha, così, impedito che l’organizzazione potesse progredire nella pratica di illecito autofinanziamento, ottenendo ulteriori erogazioni garantite per circa 90mila euro, somma già richiesta a due istituti di credito.
I proventi delle attività criminose, messe in opera dal sodalizio, erano reinvestiti, sia nella città di Firenze che a Nocera Inferiore, autofinanziando il nuovo clan camorristico locale, ma anche supportando i sodali, ancora presenti nel territorio d’origine e coinvolti in una faida con un clan rivale, la cui violenta escalation era acclarata nel corso delle indagini e aveva preso avvio all’atto dell’uscita dal carcere del capo clan, fratello del gestore della pizzeria fiorentina, avvenuta nel dicembre 2020.
Le numerose ritorsioni tra i clan, i cui violenti episodi si sono concretizzati tra la vigilia del Natale 2020 e, nei primi mesi del 2021, hanno interessato anche l’area fiorentina.
I componenti del gruppo avverso, infatti, inviarono a Firenze alcuni associati, che si sono resi responsabili dell’esplosione di una bomba carta, avvenuta la notte del 23 febbraio 2021 nei pressi del locale.
Episodio che suscitò nella comunità fiorentina un grave allarme sociale.
A carico del gestore e di altri sodali sono state, infine, rilevate responsabilità in tema di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, in particolare, per aver tentato di procurare illegalmente l’ingresso sul territorio nazionale di cittadini extracomunitari, attraverso l’indebito sfruttamento della normativa del luglio 2020 (DPCM 7 luglio 2020 e relativa Circolare applicativa del 12 ottobre successivo in tema di flussi migratori).
Coinvolti non meno di 15 cittadini extracomunitari, prevalentemente provenienti dal Bangladesh, ai quali erano richiesti 1.500 euro per ogni pratica di assunzione.
In pratica, disponendo il sodalizio della disponibilità di oltre un centinaio di copie di documenti di identità di cittadini extracomunitari, erano stati predisposti falsi contratti di assunzione che indicavano, quale presunto luogo di svolgimento dell’attività lavorativa, sia la pizzeria che altri esercizi commerciali fiorentini, nell’unica finalità di consentire la presentazione delle domande da parte di imprenditori compiacenti di volta in volta reperiti.
Tutti i dettagli, di quanto avvenuto nelle ultime ore, sono stati illustrati questa mattina, intorno alle ore 11.00, nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso la Procura della Repubblica di Firenze.
Tra i presenti, come informato in redazione, il Procuratore Capo della Repubblica di Firenze, dott. Giuseppe Creazzo, il Direttore della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, Prefetto Francesco Messina, nel video qui pubblicato, e il Generale di Brigata della Guardia di Finanza, Alessandro Barbera, Comandante S.C.I.C.O.
Rocco Becce
Direttore Editoriale