Euro -218.405,57.
È questo l’incredibile importo congelato, da “Poste Italiane“, ad un lucano, su di una pensione di circa 1.000 euro.
L’uomo, lo scorso 25 settembre, aprendo il suo conto online, come da prospetto qui pubblicato, si è visto comparire sul proprio cellulare la somma in questione.
Non capendo cosa sia potuto accadere si è rivolto ad una sede potentina, dove, dall’INPS (Istituto Nazionale di Previdenza Sociale) ha il suo accredito mensile.
Sul caso, nessuna risposta dagli addetti ai lavori del capoluogo lucano, tutti educati, che, però, non sapevano nulla di quanto avvenuto, tranne il centrale “Ufficio Legale”.
Infatti, interpellato con una mail, ha risposto in modo anche incomprensibile, con una propria lettera.
Poi, l’interessato, da premettere che vive soltanto della propria pensione, dopo 44 anni di onesto lavoro, dopo l’intervento del proprio legale, l’avvocato Alessandro Singetta, è riuscito a capire che vi era stato un blocco totale per una vecchia storia avuta circa trent’anni prima.
Quindi, grazie ai tempi noti e lunghi da parte della magistratura, tutto è avvenuto per un probabile pignoramento che, al massimo, potrebbe aggirarsi su di una somma di appena 80 euro, per un importo totale, però, stranamente raddoppiato.
La cosa incredibile è che il blocco richiesto da un legale di parte, di una banca locale, tra l’altro sparita dal capoluogo lucano da oltre 20 anni, sia stata autorizzata non dal giudice che dovrebbe deciderlo nel prossimo mese di novembre, presso il Tribunale di Potenza.
Infatti, l’importante somma bloccata sul conto corrente è per un pignoramento di cui però, ad ora, non vi è alcuna traccia.
Ciò che, invece, ha dell’inimagginabile è che il “castigato”, in modo davvero vergognoso, che paga anche anticipatamente le sue bollette, può ritirare qualsiasi suo importo recandosi tre giorni prima, dopo aver richiesto al direttore della sede postale, lo sblocco del conto, solo dopo l’accredito pensionistico.
E, allora che senso ha tutto questo?
È una storia davvero all’inverosimile, tra le tantissime in questo Paese, in totale sbaraglio, dove le lobby politiche continuano a fare ciò che vogliono.
L’interessato, insieme al suo legale, dopo aver richiesto la motivazione, ha, comunque, deciso di denunciare il grave fatto, con un’azione che serva ad ottenere un giusto risarcimento e, soprattutto, ad evitare altri fatti spiacevoli, di questo tipo, senza alcun senso.
Infine, da alcune segnalazioni giunte in redazione, abbiamo accertato che non si tratta del primo caso in Italia e, ovviamente, in Basilicata, dove si continua a tacere, invece di denunciare.
Rocco Becce
Direttore Editoriale