Sul “reddito di cittadinanza” in Italia, purtroppo, è stato soltanto creato caos.
Sono state circa 3,8 milioni, le persone destinatarie nel corso dell’anno.
1,7, i milioni di famiglie che, comunque, ne hanno usufruito per almeno un mese, con una media di 578 euro ricevuti per 18 mesi ed un costo, a nostro carico, di circa 9 miliardi l’anno.
Una cifra, rifinanziata per il 2022, di un altro miliardo di euro per complessivi 8,8 miliardi di risorse.
Tale procedura di richiesta, prevedeva, fino ad oggi, soltanto una semplice autocertificazione, sembra strano ma è così, inviata dagli interessati all’INPS (Istituto Nazionale di Previdenza Sociale) che doveva provvedere al controllo dei dati ISEE, e solo successivamente quelli anagrafici e relativi alla residenza, con una verifica a campione dei casellari giudiziari.
Quindi, una storia davvero incredibile ed unica, dove ne hanno usufruito di tutti e di più, tra migranti all’estero, camorristi in carcere e tanti altri che giravano addirittura in Ferrari o svolgevano diverse attività.
Insomma la classica storia all’italiana, senza alcuna vergogna da parte di nessuno.
In merito, sembra che alcuni criteri siano cambiati, ad oggi, ma, su questo, ne sapremo di più nelle prossime settimane, in un Paese che continua a fare acqua da tutte le parti.
Su questo argomento, in tutt’Italia, sono state organizzate delle conferenze stampa per far conoscere i dati di questa truffa portata a termine da Nord a Sud.
In Basilicata, a Potenza, tutto questo e tanto altro, è stato portato a conoscenza, in una conferenza stampa, tenutasi presso la “Sala Ricordi” della Caserma dei Carabinieri “Lucania”, nel Rione Santa Maria di Potenza, dal Comandante della Legione Carabinieri “Basilicata”, Generale di Brigata, Raffaele Covetti, che ha illustrato i dettagli delle attività condotte e dei risultati conseguiti.
Tra i presenti, il Colonnello Nicola Albanese, Comandante Provinciale CC di Potenza, il Colonnello Roberto Lerario, Comandante Provinciale CC di Matera, il Luogotenente Leonardo Labarile, Comandante CC NIL di Matera e il Luogotenente Rocco D‘Angelo, Comandante CC ITL di Potenza che, per l’occasione, hanno informato e rilasciato alcune dichiarazioni agli operatori della stampa.
In tale contesto, attraverso una serie di verifiche incrociate, condotte da tutti i Comandi dell’Arma dislocati in Basilicata, che hanno interessato 6.107 nuclei familiari, per un totale di 11.851 persone, sono state accertate 399 distinte violazioni alla normativa di riferimento, commesse da altrettanti interessati, di cui 388 (217 uomini e 171 donne), sono stati deferiti in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria.
I Carabinieri del Comando Provinciale di Potenza hanno proceduto alle verifiche di 3.179 nuclei familiari, per un totale di 6.165 casi, accertando 208 violazioni alla normativa di settore per un’indebita percezione di euro 1.326.438.
All’esito dei controlli sono state deferite all’Autorità Giudiziaria 197 persone, 94 italiani e 103 stranieri.
I Carabinieri del Comando Provinciale di Matera hanno proceduto alle verifiche di 2.928 nuclei familiari, per un totale di 5.686 persone, accertando 191 violazioni alla normativa di settore per un’indebita percezione di euro 1.020.235.
All’esito dei controlli sono state deferite all’Autorità Giudiziaria 191 persone, 83 italiani e 108 stranieri.
Nel complesso la somma indebitamente percepita dai non aventi diritto ammonta a euro 2.346.673.
Varia è la casistica delle infrazioni e violazioni riscontrate.
Numerosi sono stati i casi in cui è stato accertato essere state prodotte dichiarazioni mendaci in ordine ai patrimoni mobiliari ed immobiliari posseduti ed in particolare sono emerse molteplici omissioni nelle comunicazioni obbligatorie di acquisto di autovetture di cilindrata superiore a 1.600 c.c. o motoveicoli di cilindrata superiore a 250 c.c., immatricolati per la prima volta nei 2 anni precedenti.
Non sono mancati casi in cui i beneficiari sono stati sorpresi a esercitare stabilmente attività lavorative “in nero”, omettendo ogni comunicazione al riguardo, proprio al fine di non interrompere l’erogazione del beneficio non più spettante.
Anche la residenza in Italia da più di 10 anni, in numerosi casi, è stata falsamente attestata da cittadini extracomunitari, che in alcune circostanze hanno anche prodotto false dichiarazioni circa la presenza in Italia di familiari, di fatto residenti stabilmente all’estero, per far aumentare l’entità dell’emolumento.
Oggetto di controllo è stato anche il rispetto degli obblighi di comunicazione della sottoposizione a misure cautelari personali, che interrompe il diritto alla percezione del reddito, accertando anche in questo caso numerose violazioni.
Nei casi previsti, è stata informata al riguardo anche la competente Direzione Provinciale INPS, per i conseguenti provvedimenti di competenza.
Rocco Becce
Direttore Editoriale