POLITICA – LUTTO NEL GIORNALISMO E NELLA POLITICA, DAVID SASSOLI È MORTO LA SCORSA NOTTE – All’età di 65 anni, è deceduto David Sassoli, giornalista e Presidente del Parlamento Europeo. Una riunione del Consiglio dei ministri, in programma per domani alle ore 12.00 dovrebbe deliberare i funerali di Stato. La camera ardente per il saluto sarà aperta giovedì in Campidoglio, mentre venerdì, alle ore 12.00 si terranno i funerali a Roma, nella chiesa di Santa Maria degli Angeli.
CRONACA – 4 GIOVANI MORTI IN UN INCIDENTE NEL PIACENTINO – Per cause da accertare, 4 giovani sono morti in un incidente stradale durante la scorsa notte nel piacentino. Si tratta di William Pagani e Costantino Merli di 23 anni, Domenico Di Canio, di 22 anni e di Elisa Bricchi di 20 anni, tutti residenti nella parte Ovest della provincia di Piacenza, tranne Merli che era del Lodigiano. L’auto, una Golf di colore grigio, ha terminato la sua corsa nel fiume Trebbia. A rinvenire i loro corpi, poi, estratti dai soccorritori, è stato un uomo, che ha notato il veicolo inabissato lungo l’argine fluviale a Calendasco.
CONTROLLI E ARRESTI ESEGUITI DAI CARABINIERI A ROMA E PROVINCIA – Nel Lazio, i Carabinieri del Gruppo di Roma hanno arrestato tre persone con l’accusa di furto aggravato. In manette è finito un cittadino cileno di 30 anni, nella Capitale senza fissa dimora, bloccato dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma che lo hanno sorpreso, nella tarda serata di ieri, in via dei Monti di Primavalle mentre stava uscendo, con guanti da lavoro calzati, da un appartamento posto al piano terra di uno stabile. Alla vista dei militari, l’uomo ha, dapprima, urlato per avvisare i complici che sono riusciti a darsi alla fuga, poi, a sua volta, ha tentato di dileguarsi prima di essere definitivamente fermato. I Carabinieri hanno, poi, eseguito un sopralluogo nell’appartamento in cui il 31enne si era introdotto, dopo averne forzato una porta-finestra, accertando che era stato messo completamente a soqquadro ma da cui non era stato portato via nulla. Rinvenuti e sequestrati arnesi da scasso. Nella notte, invece, i Carabinieri della Stazione Roma Monteverde Nuovo hanno arrestato un 42enne romeno e un 24enne moldavo, entrambi senza fissa dimora e con precedenti, sorpresi, in via Folco Portinari mentre tentavano di asportare, mediante l’utilizzo di un cric idraulico e alcuni utensili, la marmitta di un’autovettura parcheggiata sulla pubblica via. Gli arrestati sono stati portati e trattenuti in caserma in attesa del rito direttissimo. I Carabinieri della Compagnia Roma Parioli hanno anche denunciato a piede libero due persone, un 56enne di Ascoli Piceno trovato in possesso di numerosi arnesi da scasso, una tenaglia, 4 cacciaviti di diverse dimensioni, 2 torce, 2 cesoie e un bastone da sci modificato all’estremità, dove è stato aggiunto un uncino in acciaio, e un 54enne romeno trovato in possesso di una tenaglia, 4 cacciaviti, 2 torce e un coltello a serramanico con lama di circa 10 cm. I Carabinieri della Stazione Roma Tor Bella Monaca hanno arrestato un romano di 55 anni, incensurato, in esecuzione di un’ordinanza che dispone la misura della custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura della Repubblica, con le accuse di maltrattamenti in famiglia e atti persecutori. L’uomo, secondo quanto più volte denunciato dalla moglie, avrebbe da sempre assunto, nei suoi confronti, comportamenti violenti sfociati in riferite aggressioni fisiche a suon di calci e pugni, che, successivamente, hanno riguardato anche i loro 2 figli. Le denunce, però, sono state successivamente ritirate dalla donna, che sperava in una redenzione del compagno. La difficile situazione familiare ha portato la figlia, appena maggiorenne, ad andare a convivere con il fidanzato, ma per la mamma e il fratello, minore di 14 anni, le angherie sarebbero proseguite. L’epilogo si sarebbe verificato nella giornata del 24 dicembre scorso, alla presenza della sorella della donna. Il 55enne, secondo quanto riferito dalla vittima, sarebbe rincasato, dopo un pranzo con gli amici, in evidente stato di alterazione, al punto che sarebbe bastata una frase a lui non gradita per far esplodere nuovamente le violenze. Oltre ad aver afferrato e fatto sbattere la testa della donna più volte su un lavandino e averla colpita con pugni su tutto il corpo, il 55enne le avrebbe aizzato contro il proprio cane razza pitbull che l’ha azzannata più volte alle gambe. Stessa sorte per il figlio e per la cognata, intervenuti in difesa della donna e, in un secondo momento, anche per la figlia e il fidanzato, che erano andati a fare una visita in occasione della vigilia di Natale, trovandosi nel bel mezzo dell’aggressione. Dopo essere stati tutti dimessi dall’ospedale con prognosi fino a 25 giorni, la donna ha deciso di rivolgersi ai Carabinieri della Stazione Roma Tor Bella Monaca per sporgere l’ennesima denuncia nei confronti del marito, decisa, questa volta, ad andare fino in fondo. L’Autorità Giudiziaria, analizzati tutti gli elementi raccolti dai militari e valutata la personalità dell’indagato, le modalità delle sue condotte e il pericolo di recidiva, ha ritenuto necessario l’emissione della misura della custodia cautelare in carcere nei confronti del 55enne, che è stata immediatamente trasmessa e notificata dai Carabinieri. L’uomo è stato condotto nel carcere di Pesaro. I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma E.U.R., su delega della Procura della Repubblica di Roma – DDA, hanno arrestato un uomo di 65 anni, residente a Pomezia, con precedenti, in esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Roma perché gravemente indiziato per i reati di usura ed estorsione, aggravati dal metodo mafioso. Le indagini dei Carabinieri sono scattate a giugno del 2020, a seguito della denuncia sporta da un imprenditore romano che secondo quanto denunciato, a causa di difficoltà economiche, nel 2017 si era rivolto all’indagato per ottenere un prestito, ammontante a 200mila euro, erogato in più tranche nel tempo. A quel prestito era stato applicato un tasso di interesse del 10%. Le somme venivano, man mano, restituite dalla vittima tramite false fatturazioni che, nel tempo, lo hanno portato ad esporsi con il fisco per una cifra vicina a 1.500.000 di euro. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma – DDA hanno fatto emergere il clima di assoggettamento e di omertà che, si ipotizza, l’indagato sarebbe riuscito a imporre sulla vittima grazie all’ostentata vicinanza ad elementi di spicco della criminalità e ad associazioni mafiose, circostanze, peraltro, confermate anche dai precedenti specifici del 65enne, che era già sottoposto all’obbligo di firma in relazione a un altro procedimento penale a suo carico. Durante le fasi dell’esecuzione del provvedimento, i Carabinieri hanno eseguito una perquisizione nell’appartamento dell’indagato, nel corso della quale sono stati sequestrati due preziosi orologi dell’importo complessivo di 15.000 euro di cui il 65enne non ha saputo fornire il documento di acquisto, telefoni cellulari e appunti contabili utili alle indagini. In attesa del processo, il 65enne è stato trasferito nel carcere di Cassino. L’indagine versa ancora nella fase delle indagini preliminari. È quanto segnalato dal Comando Provinciale CC di Roma. 33 ARRESTI IN UN’OPERAZIONE DENOMINATA “NAUTILUS” DEI CARABINIERI DI SALERNO – All’alba di oggi, operazione, sul gioco online, denominata “Nautilus”, eseguita dal Comando Provinciale CC di Salerno. 33 persone sono state prelevate e condotte in carcere, nei competenti territori, dai militari dell’Arma. Le province interessate sono quelle di Agrigento, Messina, Catanzaro, Brindisi, Potenza, Salerno, Napoli, Caserta, Avellino, L’Aquila, Ascoli Piceno, Ravenna, Varese, Latina, Roma, oltre a diversi Paesi esteri, in particolare Panama, Romania e Malta. I Carabinieri di Salerno sono stati supportati dai colleghi dei reparti territorialmente competenti e dai collaterali organismi di Polizia stranieri che hanno eseguito un provvedimento cautelare emesso dal GIP del locale Tribunale su richiesta della DIA (Direzione Distrettuale Antimafia). Gli indagati, a vario titolo, sono accusati di associazione per delinquere di tipo mafioso, finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di delitti in materia di giochi e scommesse illegali, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, reimpiego di denaro provento di delitto in attività economiche e auto-riciclaggio, con l’aggravante di aver commesso il fatto al fine di agevolare diverse organizzazione criminali contigue alla camorra e altre mafie, tra cui quella del clan dei “Casalesi”. La cattura delle persone fuori dal territorio nazionale, sono state eseguite con il supporto del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, della Direzione Centrale Polizia Criminale – Ufficio esperto per la sicurezza in Romania, attraverso lo scambio info-operativo che ha coinvolto il collaterale romeno nella fase di localizzazione e cattura. È contestualmente in corso il sequestro preventivo di 11 siti internet e delle società “Europartner” e “Iocosa Ludum società cooperativa”, entrambe con sede legale a Mercato San Severino, nel salernitano, di 3 milioni di euro nei confronti di C.L.G., capo e promotore del sodalizio criminale, e di altre persone che, allo stato delle investigazioni, sono state ritenute essere suoi prestanome, per il profitto dei reati di cui si ipotizza la commissione. Nella ricostruzione fatta dal giudice, e suscettibile di ulteriore vaglio nell’ulteriore corso del procedimento, vigendo fino a sentenza definitiva la presunzione di innocenza, l’indagato, servendosi di un sistema di gestione ed amministrazione telematico ideato da T.L., a Potenza, nei primi anni 2.000, ne avrebbe nel tempo incrementato notevolmente le potenzialità e la diffusione, utilizzando le ragguardevoli competenze nel settore tecnico-informatico di uno dei sodali, grazie ad una community di gioco fatta di diversi milioni di giocatori diffusi in tutto il mondo. Infatti, fruendo della piattaforma messa a disposizione, si poteva giocare e scommettere online l’uno contro l’altro a distanza di migliaia di chilometri e senza alcun vincolo di tempo e luogo. Il GIP ha, così, ritenuto allo stato fondata la ricostruzione delle risultanze investigative, formulata all’esito dell’attività d’indagine, svolta dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale CC di Salerno, secondo la quale la presunta consorteria criminale avrebbe effettuato le proprie attività mediante siti internet prevalentemente con domini tutti privi delle prescritte autorizzazioni dei Monopoli di Stato italiani, allocati presso diversi server che, seppur coordinati da Mercato San Severino, sono stati materialmente ubicati all’estero, in C.d. paradisi fiscali, tra i quali Panama e l’Isola di Curacao. Proprio tali elementi hanno reso particolarmente complesse e difficoltose le operazioni di monitoraggio. In pratica, sempre secondo la provvisoria ricostruzione, il sodalizio avrebbe abusivamente programmato ed eseguito il gioco delle scommesse, del casinò online. Alcuni giochi, inoltre, risultavano fruibili anche su slot machine e totem, materialmente posti in diverse attività commerciali, per lo più nel Sud Italia, a cui erano imposti dalle consorterie criminali egemoni territorialmente. Sempre secondo l’ipotesi accusatoria, ritenuta fondata dal GIP, la capillare diffusione dei siti di gioco avveniva mediante un sistema piramidale alla cui base vi era il player, facente parte della community di gioco globale, elemento di maggior importanza di tutto il sistema, poichè di fatto finanziatore e fruitore finale del sistema di gioco, senza il previsto collegamento con i Monopoli di Stato. L’ipotesi accusatoria è che il vertice, anch’egli tra i destinatari del provvedimento per il reato di ricettazione, per l’ipotesi di aver fornito la citata piattaforma e delle percentuali di guadagno riconosciutegli dalla consorteria. Ad ogni passaggio di livello, sarebbe stata corrisposta una percentuale per la prestazione, fornita da ciascun componente della piramide di gioco, a seconda di quanto stabilito, in sede di contrattualizzazione. Infine, la consistente quota parte che rimaneva del prezzo del punto-gioco, enucleata dai pagamenti intermedi, risulta, allo stato delle investigazioni, per quanto ritenuto dal GIP, essere confluita nelle casse del casinò, livello apicale ed amministratore globale, utilizzando sistemi di pagamento che permettevano il passaggio di capitali anche attraverso un semplice scambio di mail. Giurisdizioni illecita è stata individuata, allo stato delle investigazioni, in un sito iscritto su server allocati in America. Lo strumento di gestione risulterebbe strutturato su 5 livelli, primo dei quali costituito da un amministratore globale, il vertice dell’organizzazione, e gli altri corrispondenti. Ai livelli più alti, secondo l’ipotesi accusatoria, sarebbe stato assegnato il compito di gestione e coordinamento di quelli più bassi, sino ad arrivare ai club, ovvero stanze virtuali o fisiche nelle quali i giocatori spendevano i propri soldi, usufruendo dei servizi offerti. Tra i reati contestati al C. vi è l’autoriciclaggio per una serie di investimenti che egli avrebbe operato con gli introiti delle sue illecite condotte, in particolare nello stato di Panama, dove avrebbe acquistato una serie di beni immobili. D’interesse è risultata la vendita di un’auto “Lamborghini Murcielago”, fittiziamente intestata ad una società iscritta nei registri della Repubblica Ceca e ritenuta riconducibile ad uno degli indagati, che sarebbe stata venduta ad una concessionaria di Torino ed i cui proventi sarebbero transitati, dopo vari passaggi finanziari, su un conto corrente a lui intestato a Panama. In una circostanza, il C. avrebbe minacciato con una pistola, che gli è contestato anche il reato di porto abusivo di arma da sparo, un appartenente ad un clan rivale che avrebbe reclamato un credito vantato nei confronti di un suo affine. È stata anche contestata l’aggravante mafiosa di cui all’art. 416 bis. l c.p. sotto il profilo dell’agevolazione al clan malavitoso configuratasi grazie alla consapevole fornitura della piattaforma di gioco illegale a persone ad esso contigui, che, sulla base delle risultanze, ne avrebbero, così, alimentato le casse. Gli introiti stimati dall’asset criminoso nel suo complesso sono stati quantificati, nell’arco temporale di circa 2 anni dalle attività investigative, in oltre 5 miliardi di euro, con circa 500 milioni di euro sottratti all’erario. 7 sono i lucani finiti in carcere. Si tratta di G.C., L.C., A.T., L.T. e V.S. D.A. e G.M. Sono, invece, indagati M.T., già arrestato in un altra operazione ed una 50enne, indagata, accusata di ricettazione. Ad informarlo è il Comando Provinciale CC di Salerno. TARANTO, PUSHER ARRESTATO DALLA POLIZIA DI STATO – La capillare attività antidroga della Sezione “Falchi” della Squadra Mobile di Taranto ha permesso di scoprire una fiorente piazza di spaccio al Quartiere Paolo VI e di arrestare un giovane pusher. Da qualche giorno i poliziotti avevano notato un inusuale andirivieni di giovani, molti dei quali conosciuti come tossicodipendenti, dai giardinetti situati, in via Sommovigo. Sospettando di trovarsi in presenza di un’attività di spaccio, i poliziotti hanno iniziato una difficile attività di monitoraggio, accertando che un giovane seduto su uno dei tanti muretti di quei giardini, aveva rapidi incontri con altri ragazzi, durante i quali in cambio di una banconota prelevava da alcune buste di plastica dosi di droga per poi cederle ai suoi acquirenti. Dopo aver annotato più di qualche momento di spaccio, il personale di Polizia ha bloccato il pusher proprio nel momento in cui stava consegnando una delle dosi. L’immediata perquisizione ha permesso di recuperare nelle tasche del suo jeans 170 euro in banconote e una dose di cocaina preconfezionata. La successiva perquisizione dei luoghi circostanti ha permesso agli agenti di ritrovare due buste per surgelati, trasparenti, con all’interno 55 dosi di cocaina, già confezionate e pronte per l’illecita vendita. Al temine dell’operazione, lo spacciatore, un tarantino di 33 anni, è stato accompagnato negli Uffici della Questura per tutti gli accertamenti del caso, al termine dei quali, dopo aver trasmesso gli atti all’Autorità Giudiziaria competente pm, è stato tratto in arresto e sottoposto agli arresti domiciliari.
SALUTE In Italia, nelle ultime 24 ore, sono 220.532 i nuovi casi e 294 i morti per “Coronavirus“, con un tasso di positività al 16%. Nel Lazio, 12.788 sono le nuove positività e 43 le vittime. In Campania, 30.042 le nuove infezioni e 20 i decessi. In Basilicata, 868 i contagiati e nessun morto. In Puglia, 7.287 le persone contagiate e 4 le decedute. È quanto riportato oggi dal bollettino epidemiologico del Ministero della Salute. Intanto, per giovedì, 13 gennaio, “Poste Italiane“, tramite il suo corriere espresso Sda, scortato da militari dell’Esercito Italiano, distribuirà in Basilicata 8.400 dosi di vaccino “Moderna”, 5.600 dosi a Venosa e 2.800 a Matera. L’azienda, che già da tempo collabora con il Commissario Straordinario, ha attrezzato 40 furgoni con celle frigo da 1.300 litri ognuna e si occupa della consegna sul territorio nazionale con un network dedicato.
EVENTO – SICUREZZA AREA INDUSTRIALE DI S. NICOLA DI MELFI, INCONTRO OGGI IN PREFETTURA – La realizzazione di misure urgenti, con il sostegno economico della Regione Basilicata, sulla messa in sicurezza dell’area industriale di San Nicola di Melfi, nel potentino, è quanto deciso oggi, in un incontro presieduto dal Prefetto Michele Campanaro. Tra i presenti alla riunione, che si è tenuta nella mattinata di oggi, in Prefettura, a Potenza, il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, il Presidente della Provincia, Rocco Guarino, il sindaco di Melfi, Giuseppe Maglione, il Commissario liquidatore del Consorzio ASI, Giuseppe Fiengo, l’Amministratore Unico di APIBAS, Luigi Vergari, il Questore di Potenza, Antonino Romeo, il Comandante Provinciale dei Carabinieri, Nicola Albanese, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, Michele Onorato, il Comandante della Sezione Polizia Stradale, Giovanni Consoli, il Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco, Giuseppe Paduano, il direttore interinale dell’Ispettorato del Lavoro, Angelo Romaniello, della Direzione Regionale INAIL, Loretta Allegretti, la responsabile di E-distribuzione dell’area Potenza-Melfi, Tiziana Lopardo e i segretari generali regionali di CGIL, CISL e UIL Angelo Summa, Vincenzo Cavallo e Vincenzo Tortorelli. L’incontro, si è tenuto all’indomani del grave fatto di cronaca avvenuto nella area industriale di Melfi a dicembre scorso, dove perse la vita una donna, investita da un bus, come da link qui pubblicato.
Nei giorni scorsi era stato effettuato un sopralluogo tecnico disposto dal Prefetto Campanaro ad opera della specialità della Polizia Stradale di Potenza, all’esito del quale è emerso la necessità urgente di porre in essere integrazioni al sistema viario ed alla segnaletica esistenti. “Parliamo della più importante area industriale di Basilicata e di una delle più importanti del meridione, con la presenza dell’insediamento di “Stellantis” e con un bacino complessivo di oltre 15mila lavoratori – è quanto commentato dal Prefetto Campanaro che ha aggiunto – quindi, è fondamentale garantire le condizioni massime di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulle aree circostanti, per questo, occorre muoversi con estrema speditezza, ponendo in essere tutti i primi, necessari interventi evidenziati, almeno sette, in sede di sopralluogo da parte degli organi tecnici della Polizia Stradale”.
METEO Per domani ritorna il tempo migliore grazie alla rimonta anticiclonica, con cieli prevalentemente sereni, quasi ovunque e temperature stazionarie, tra i 5 e 13 gradi. Variabile con tendenza a nuovi fenomeni sparsi dal pomeriggio tra la Sicilia e bassa Calabria, nevosi solo in montagna. A segnalarlo è “3B Meteo“.
Rocco Becce
Direttore Editoriale