È stato presentato a Potenza, venerdì scorso, 24 marzo, nella sede de Cestrim, in via Sinni snc, traversa di via Raffaele Acerenza, il volume “Eterna Primavera” (Fos Edizioni), del vignettista Salvatore Renna, a cura dell’associazione potentina “Le Ali di Frida” e “Libera Basilicata“.
Il lavoro editoriale di ricerca tradotto in romanzo grafico è incentrato sul caso dei due ventenni Luca Orioli e Marirosa Andreotta, passato alle cronache come il caso dei “Fidanzatini di Policoro”.
I due giovani vennero ritrovati morti il 23 marzo del 1988 nel bagno della casa di lei, una vicenda, complessa e oscura, sulla quale sono state condotte indagini non in grado di stabilire la verità.
Morte accidentale secondo alcuni, omicidio secondo altri, tra cui la stessa madre di Luca, Olimpia Fuina Orioli, una verità che dopo ventinove anni non trova nessuna risposta. L’autore della pubblicazione, ripercorre l’intera storia attraverso delle bellissime tavole grafiche, commentate dai versi delle poesie di Luca, tratte dal libro “Il mio nome è Luca Orioli”, edito da Laterza, che pone al lettore il diritto-dovere di sviluppare un’opinione propria sul caso, nel convincimento che, se l’arte non sempre riproduce il visibile, spesso rende visibile ciò che non lo è.
Le parole di Luca, appaiono quasi profetiche, come se il ragazzo sapesse già cosa gli sarebbe successo, e in esse si coglie una certa inquietudine, una visione irrequieta del futuro, dove però vi è anche una luce di speranza, che riflette quasi quella di chi è sempre stato alla ricerca della verità, in un caso complesso e senza dubbio oscuro per tanti aspetti.
La prefazione appassionata, curata da Franca Coppola, presidente dell’associazione potentina “Le Ali di Frida”, da sempre vicina a Mamma Olimpia, è caratterizzata dallo scandire del tempo lungo e implacabile di questi bui ventinove anni di silenzio.
Luca aveva vent’anni quando fu ucciso, mentre spalancava la sua mente ai grandi interrogativi che il mondo intorno gli poneva.
L’autore, Salvatore Renna, lo ricorda molto nell’intensità dello sguardo, con quegli occhi scuri e luminosi, un misto di gioia e tristezza, che sembrano guardare nell’anima.
Vi è la stessa fame di vita, voglia di saziarsi di essa e al contempo, stanchezza, o meglio, insofferenza per le storture del mondo.
C’è un piglio deciso in quello sguardo, voglia di non arrendersi mai, nonostante la fatica a fronteggiare i tanti problemi di questi nostri giorni così difficili soprattutto per i giovani, una voglia di comprendere, di capire e soprattutto trovare risposte concrete a costo di mettere il mondo sottosopra e Renna intanto il mondo ha cominciato a volerlo conoscere e comprenderlo per d’avvero.
All’interno del volume, l’interessante testimonianza del colonnello dell’Arma dei Carabinieri, Savino Paternò, che indagò sulla vicenda all’epoca dei fatti e al quale, nel momento in cui stava per giungere alla verità, venne sottratto il caso.
“…il tormento di Luca è ancora il mio tormento, la sete inappagata di giustizia dei genitori è arsura anche per la mia gola. Conta poco il poter dire a testa alta: “tutto quello che potevo fare, l’ho fatto”.
“…Non si possono abbattere i muri di gomma, non si ottiene nulla con assalti impetuosi contro i mulini a vento. Ci ho provato e ne ho pagato le conseguenze. Ho lasciato brandelli della mia anima tra le spire perverse di quei mostri arroganti che tutto stritolano pur di mantenere il loro ridicolo potere. Spesso mi chiedo se è servito a qualcosa tutto ciò. Se valga la pena lottare contro forze corrotte che paiono inarrestabili ed invincibili, uomini ammantati nei loro privilegi, consapevoli che possono far apparire bianco ciò che è nero…”
Il volume termina con le parole tragiche e dolorose di “Mamma Olimpia”, sola a fronteggiare la terribile realtà e aggrappata ai versi di Luca: “È come se io fossi vissuta in realtà in un deserto di anime sorde e di cuori duri. Nessuna speranza all’orizzonte, confermata in: “E resterà il vento a coprirti la pelle. Resterà il sole a baciarti le labbra e nessuno sfiorerà il tuo seno piagato e offeso”.
Quel “nessuno” tuonava gigante, pauroso e assordante nel silenzio tenebroso 74 delle notti insonni.
Gli ambiti a me concessi erano i due opposti picchi da far convergere usando come canale quell’ampia impietosa trafittura.
“Griderai la tua vita inascoltata e sola e ridere non basterà a dimenticare”.
Inutile il pianto, inutile il grido, inutile la preghiera. Nessuno mi avrebbe ascoltata.
“Cercherai nei cassetti una gioventù lontana e nuda troverai te stessa come nuda nascesti e tale morrai”.
Ho cercato nei cassetti la sua gioventù stroncata e pur sapendo di dover affrontare da sola la vita, la lotta, la vecchiaia, mi sento serena, sicura spero di giungere alla mèta con le mani stracariche di doni, se la mia lotta sarà valsa a muovere l’attuale sistema, marcio alle radici, ad assicurare a tutti Giustizia giusta e Pace, avendo come arma vincente l’Amore”.
Coordinata dalla grande sensibilità di Anna Maria Palermo di “Libera Basilicata”, la serata si è avvalsa degli interventi di Franca Coppola, presidente dell’associazione promotrice dell’evento, che ha presentato la storia del progetto editoriale di Salvatore Renna, della signora Olimpia Fuina Orioli, capace di smuovere con le sue parole di amore e perdono le coscienze più dure, di don Marcello Cozzi, che con grande forza ha parlato della cultura mafiosa presente purtroppo anche nella nostra regione, e del giovane scrittore potentino, Gianluigi Pucciarelli, che ha approfondito gli aspetti più strettamente legati alle caratteristiche del libro ed alla sua complessità, e infine, emozionante la lettura delle poesie di Luca da parte dell’attrice potentina, Isabella Urbano e l’apprezzato intervento di forte denucia contro la corruzione del sindaco della città, Dario De Luca, da sempre accanto alla famiglia Orioli. Grande entusiasmo nei confronti dell’autore durante il suo intervento pacato e determinato da parte del numeroso pubblico presente in sala, in una serata ricca di emozioni e riflessioni profonde sulla complessità della realtà che ci circonda e sull’obbligo per ogni cittadino di far sentire forte la propria voce in difesa dei diritti negati rifiutando la necessità e la logica di ricorrere agli eroi.
Rocco Becce robexdj@gmail.com
Direttore Editoriale